Una lettera per te mamma

Creato il 11 maggio 2014 da Mamma In Oriente

Anche ora che ho deciso di scrivere, mi è difficile farlo.

Ho la mente piena di parole, ma faticano a trasferirsi alle dita che devono scrivere.

Eppure è un anno che ci penso, dalla festa della mamma dell’anno scorso, la prima da quando scrivo qui, il luogo che sento più mio, ma che in realtà è un posto pubblico. Un luogo da cui spesso mi sono messa completamente a nudo, nei momenti di sconforto e di difficoltà. Strano ed incomprensibile che spesso mi riesca più facile confidarmi qui che nella realtà.

E’ da un anno che penso che proprio questo potrebbe essere il luogo in cui riuscire a dirti finalmente quello che mai ti ho detto e forse nemmeno fatto capire.

Sono stata una bambina innamorata di mio padre. Un padre in cui non vedevo nessun limite e difetto, che era il mio eroe e da cui sono stata profondamente ricambiata. Tu eri mia madre, ma io non vedevo il tuo valore, non capivo i sacrifici che facevi per la nostra famiglia, non vedevo il tuo amore incondizionato per noi. Ero totalmente imbrigliata in un amore edipico senza limiti.  Ero una bambina riservata e timidissima e, nell’adolescenza, mi sono ancora di più chiusa a riccio. Non so in quale esatto momento la complicità con il babbo si è trasformata in una presa di coscienza di due corpi diversi che non possono più farsi il solletico fino a scoppiare. Dopo mi sono sentita lontana da tutti e due.

Non credo di essere stata una ragazza difficile e non ho mai dato particolari problemi, ma sicuramente non sono mai riuscita a trasmettervi il mondo che avevo dentro. Vi ho sempre messo a parte delle mie decisioni quando ormai erano già state prese. E avete dovuto accettarle anche quando vi facevano male. Il mio era solo un comunicarvele dopo lunghe riflessioni solo mie. A volte non mi sono sentita capita, a volte non ho sentito il vostro appoggio. Ho perfino sentito ostilità, ma forse semplicemente vedevo le cose solo dalla mia prospettiva. Quando si è giovani forse è difficile fare altrimenti. Sono uscita da casa a 22 anni per affrontare una nuova città ed un nuovo lavoro. E solo da quel momento, piano piano, ho iniziato a sentirmi di nuovo figlia. Ho sentito forte, da lontano, la vostra presenza. Soprattutto la tua, mamma. Un rapporto fatto di poche telefonate ed incontri nei weekend. Io però sempre chiusa nella mia riservatezza. Tu hai imparato a starmi accanto lo stesso ed io mai ho avvertito che non c’eri. Con gli anni ho capito che io ero sempre e comunque al centro dei tuoi pensieri. Ci sei stata sempre nei momenti del bisogno, anche quando hai dovuto attraversare l’oceano da sola, tu che non parli una parola d’inglese. Sei venuta in Cina ed in Thailandia. Tu che raramente uscivi dal nostro paesino.

Sei stata un aiuto straordinario. Hai dato sempre di più di quello che ti veniva chiesto. Sei stata e sei capace di essere nonna senza mai prevaricarmi, sempre un passo indietro, con discrezione. Pur con tutto l’amore che provi per i tuoi nipoti, ho continuato a sentire che i tuoi figli per te vengono prima di tutto. E ho compreso che è sempre stato così, fin dal momento che ci hai avuto fra le tue braccia.

Ero io che ero cieca e non capivo.

Non ti ho mai detto che io mi sento amata da te profondamente. Sono consapevole che nessuno mai mi amerà con la tua profondità. Mai come negli ultimi anni ti ho sentita vicina senza che tu fossi accanto a me. Sei la persona più generosa che io conosca e sono fiera di come sei.

Credo che la riservatezza nei tuoi confronti non cesserà mai, Non so perché mi è così difficile tirare fuori davanti a te, ma io volevo che in qualche modo tu sapessi lo stesso.

Non voglio perdere l’occasione ancora una volta. Non voglio avere rimpianti un giorno.

Non mi dire niente mamma quando ci sentiremo via Skype perché mi conosci,  non riuscirei a parlarne. Tanto io lo so che ne sarai felice. E che piangerai. Non c’è bisogno di nessuna parola. Per una volta avrai indietro una piccola parte di tutto quello che mi hai dato.

Non te l’ho mai detto, ma ti voglio bene.

Non volevo che passasse un altro giorno senza che tu lo sapessi.


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