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Yoga, chietesimo e Jovanotti

Creato il 09 giugno 2015 da Sopravvivereinindia @svivereinindia

Io e il mio ex coinquilino, anni fa, avevamo inventato una religione, l’avevamo chiamata chietesimo, nome che deriva dalla famosa frase veneta “prima de tutto te te chieti” ossia “prima di tutto ti calmi”. Il chietesimo ha delle affinità con il buddismo zen, non ha dogmi come sono intesi nel cristianesimo, ma troviamo solo l’individuo e il suo fine ultimo ossia “stare chieto”.

Nel mondo contemporaneo il chietesimo è difficile da seguire, apparentemente sembra una cosa da niente stare chieti, in realtà non è così. Il chietesimo presuppone una buona base di “non rompere i coglioni ed evita le rotture di coglioni”. Se “non rompere i coglioni” dipende da te stesso, quindi è abbastanza facile da applicare, tutt’altra storia invece per quanto riguarda “evita le rotture di coglioni”, queste infatti piovono più battenti delle piogge durante la stagione monsonica e la loro particolarità sta nell’arrivare quando meno te lo aspetti, da chi meno ti aspetti.

Il chietesimo è una religione non facile da seguire in India perché sebbene questa sia la più grande democrazia del mondo, la patria della spiritualità, è anche uno dei paesi a più alta condensazione di rompi coglioni. Inizialmente mi lamentavo con il mio amico e cofondatore dell’impossibilità di seguire la nostra religione in un paese così ostile, per farvi capire la difficoltà era come essere dei mussulmani a casa di Bossi o come essere a dieta in un pranzo di famiglia. Il mio amico, essendo una persona illuminata dal chieto, mi ha spronato per un anno a trovare il mio io chieto, il mio spazio. Non è stato semplice, ma dopo un anno posso dire di esserci riuscita e devo dirvelo, si sta veramente bene. Ho imparato a sbattermene le ovaie di tutto e tutti, del vicino che brucia la plastica avvicinando a me lo spettro “tumore”, alla malattia infettiva che mi colpisce nonostante il vaccino, passando per i dry day e finendo con i tipi che continuano a chiamarmi “quella che vive con l’italiano/la ragazza di/quella che vive con” alludendo al fatto che i negri non si sposano con i bianchi. Ah, se leggete questo blog per la prima volta, dovete sapere che gli indiani si considerano albini.

Ma torniamo a noi, fondare, aderire e seguire il chietesimo è una delle esperienze più appaganti che l’uomo d’oggi possa fare, io mi aiuto con yoga e meditazione e devo dire che sono abbastanza felice. Però (c’è sempre un però) anche noi fondatori e sostenitori di questa magnifica religione a volte cadiamo nel tranello del rompicoglioni, a me è successo poco fa.

Da quando sono tornata in Italia mi informo poco e male, però mi aveva colpito la notizia del Jova e del lavoro gratis. Non mi aveva tanto colpito la frase di Jovanotti piuttosto mi aveva a dir poco sbalordito chi criticava questa frase.

TAC ROTTURA DI COGLIONI. La mia religione in realtà mi avrebbe impedito di addentrarmi nei meandri di questa storia, ma si sa, l’uomo è un trasgressore e anche il chietesimo ha le sue Eva.

Leggo la notizia nel profilo FB di un non-amico, lui inneggia alla frase come se Jovanotti avesse detto “lavorate tutti, sempre gratis”, il mio non-amico si incazza e dedica al cantante mille mila status come se veramente a Jova interessassero. Sapete cosa mi ha fatto incazzare? Quasi la metà di quelli che hanno contestato la frase erano persone che un tempo lavoravano per un importante festival locale e non sganciavano un soldo a tutti i volontari che mandavano avanti la baracca. E non parlo della sagra della ranocchia a cui alludeva il Jova, io parlo di un Festival bello grande che raccoglie tantissimi giovani veneti. I volontari non erano solo giovanotti sprovveduti, ma c’erano anche giovani che attraverso le varie attività provavano a farsi un po’ di esperienza ed un po’ di curriculum e per tutto lo sbattimento (macchina, benzina, lavoro, puntualità al lavoro, puntualità nella consegna, ecc ecc…) non prendevano un cazzo di niente. La maggior parte delle persone che urlavano allo scandalo per le parole del cantante, erano le stesse persone che “ovviamente lo fate perché siamo una grande famiglia, insieme siamo in famiglia, si però le birre te le paghi, l’ingresso te lo paghi, il cibo te lo paghi”. Grande famiglia de sta gran fava. Che poi io ce l’ho già una grande famiglia e non la volevo allargare per niente perché si sa, più parenti means più serpenti. Alla fine il povero Jova (che neanche mi sta simpatico) parlava del fatto che lui da giovane si divertiva alla sagra della ranocchia e lo rifarebbe GRATIS perché piuttosto di rompersi le palle in colonia serviva ai tavoli del suo bel paese. Naturalmente tutti gli amici del mio non-amico su FB non si sono presi la briga di informarsi prima di parlare, perché sono tutti intellettuali ma informarsi da fonti vere e non da stati FB altrui non fa ancora chic. E mi sta sulle palle che quelli che fanno la morale poi siano i primi a campare veramente sulla cultura: “beh lo fai gratis anche se hai le competenze perchè noi, ti ripeto, siamo una grande famiglia”. Che prima di conoscere voi io mi definivo una giovane ribelle e invece grazie a voi mi sono ritrovata ad inneggiare ai Savoia. In conclusione il punto è sempre quello, prima di criticare informatevi, prima di condividere le informazioni date da gente a caso informatevi, prima di criticare chi secondo voi dice cose sbagliate fatevi un esame di coscienza che magari voi siete i primi che dovrebbero vergognarsi. Vi ripeto, dire “è stato bello lavorare alla sagra della ranocchia gratis perché piccole esperienze come questa fanno bene” non è come dire che lavorare per 8 ore al giorno gratis con degli obblighi ben precisi e delle responsabilità per la gloria di altri sia giusto. Che poi voi, i veri furbi, non lo dite ma lo fate.

Adesso torno a fare meditazione e yoga, torno a chietarme e farme cazzi mii, voi però iniziate a pensare e a chietarvi che magari vi fa bene.

JOVA


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