Una lettrice in cucina. Pagine

Creato il 08 marzo 2012 da Patriziabi (aspassotrailibri) @openars_libri

Pagine (di Ceneredirose)

Pagine che hanno il sapore semplice di pane e pomodoro, di olive nere, che profumano di salvia e basilico, che hanno l’aspro del vino rosso in un bicchiere di vetro, il colore ambrato dell’olio di oliva di frantoio.
Pagine che raccontano di altre pagine, di libri usati e di parole amate, di viaggi reali e viaggi immaginari, di terre lontane e vicinissime, di persone con la pelle scura e gli occhi buoni, di osterie e case senza finestre.
Pagine che dicono di erba, e di radici, e di tronchi, e di alberi con cui parlare, cui affidare il terzo cavallo della propria vita.
Pagine che parlano di amori trascorsi ma mai passati, e di amori in corso che non avranno futuro.
Pagine che si affidano solo all’uso del presente, mai un verbo al passato, mai al futuro.
Pagine colorate di colori accesi: il verde delle foglie e dell’erba, il giallo delle mimose, il blu dell’oceano Atlantico, il rosso del vino. E del sangue.

Mi sono innamorata di queste pagine, di questo piccolo libro. E’ stato il primo che ho letto di Erri De Luca, il più amato fin’ora.

Tre anni una siepe, tre siepi un cane, tre cani un cavallo, tre cavalli un uomo.

E non sono stata la sola, ad innamorarsene: a questo libro un mio caro amico, Marcello, ha dedicato una lettera su un suo vecchio blog. Col suo permesso, la condivido con voi.

Il minimo che si possa dire di te è che sei stato un ottimo compagno di viaggio. Un viaggio che, l’ho capito strada facendo, era indirizzato verso luoghi che non sono segnati su nessuna carta, e forse proprio per questo tanto necessario e urgente. Soprattutto sei stato un compagno discreto: mai una parola fuori posto, superflua o inopportuna o banale. Del resto, com’è che dicevi? Che ti piacevano quelli che dicono di no da zitti. E sia chiaro, con questo non intendo insinuare che tu fossi freddo o distaccato. Anzi. Se sono arrivato a desiderare che non finisse più quel viaggio, è stato anche merito tuo.
Ancora mi ritrovo a rimasticarle, alcune delle tue frasi, essì, di tanto in tanto le ripeto, tra me e me, per non perdere l’orientamento, la direzione. Per non dimenticarmi le promesse fatte a me stesso e lasciarle appese sull’attaccapanni come un abito che nessuno mette più. Se per certi versi può sembrare che ad un certo punto quel viaggio sia finito, io so che – esattamente al contrario – è iniziato proprio in quel momento: quando è sbocciata in me la voglia di essere anch’io giardiniere.
E di impegnarmi seriamente a trovare qualcuno che volesse diventare vecchio e scemo insieme a me.

Dimenticavo il titolo del libro, è Tre cavalli, edito da Feltrinelli.

(Volutamente, stavolta non ho messo citazioni dal libro, c’è solo da leggerlo, e innamorarsi a propria volta di ogni pagina…)

A presto,
Ceneredirose

* (N.d.R.) Su aNobii:
Erri De Luca
Tre cavalli (ed. Feltrinelli, 2002, pp. 109, ISBN 9788807816819)


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