Si chiamano Assises nationales du rugby français e riuniscono circa 180 protagonisti della palla ovale d’oltralpe. Dura tre giorni durante i quali questi personaggi – dirigenti, manager, giocatori, arbitri, procuratori, allenatori (diversi ex ct della nazionale compresi) e chi più ne ha più ne metta – si incontrano e discutono delle problematiche e del futuro del movimento ovale transalpino.
Ad aprire i lavori questa mattina nella sede della federazione di Parigi il presidente della stessa, Pierre Camou.
Cinque i temi-guida: nazionale e rugby di alto livello (che si occupa anche della questione importantissima e molto sentita in Francia del calendario); club e sviluppo della pratica del rugby; organizzazione e relazioni istituzionali; sviluppo delle risorse economiche; gioco, valori e attori della pratica del rugby.
Certo, è la prima volta che avviene anche in Francia, ma se paragoniamo il tutto all’Italia, un po’ di invidia c’è. Inutile negarlo. I comparti stagni, gli interessi di bottega e dal respiro cortissimo che ancora dominano il panorama della politica ovale in Italia sono fin troppo evidenti, e le vicende che hanno fatto da contorno al recente Consiglio Federale non fanno che confermarlo. Non che in Francia manchino i problemi, ma quantomeno si prova ad affrontarli pubblicamente e con incontri faccia a faccia. Magari qualche francese decide di candidarsi alle prossime elezioni federali…