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Una lingua segreta inventata in una classe Montessori

Creato il 17 ottobre 2012 da Goberiko

Sono stato invitato nella quarta classe elementare di mia figlia dalla maestra per raccontare l’origine della scrittura, dai sumeri ai greci, e per inventare insieme una lingua segreta della classe, secondo il desiderio dei bambini. Naturalmente la seconda attività gli ha appassionati molto di più della prima… D’altro canto, è stato importante capire come gradualmente il significato originario dei segni grafici delle lettere si sia perso, e sono diventati solo una convenzione. L’aspetto convenzionale del linguaggio è un punto fondamentale per capire come funziona.

Invertire le parole...

Al momento di andare sul pratico, abbiamo scelto di partire dall’italiano e dall’inglese come le due lingue condivise da tutti, con apporti da altre lingue conosciute da alcuni bambini per motivi familiari — in particolare spagnolo, serbo e olandese.

Trasformare i verbi

I bambini erano molto focalizzati sull’aspetto di rappresentazione grafica, e il principio che ho imposto è stato: una lettera, un suono. Perciò la zeta di razzo e quella di zanzara avranno due lettere diverse. Abbiamo, con un grido di giubilo, eliminato la q e la acca perché inutili.

Portati gradualmente a riflettere sulla lingua come sistema di regole, sono emersi osservazioni interessanti: perché non si può fare una lingua con una regola per ogni parola? Abbiamo fatto due conti, vocabolario alla mano, e ci siamo resi conto insieme che è una soluzione teoricamente possibile ma impraticabile di fatto: così hanno capito un aspetto fondamentale del processo di formalizzazione e astrazione.

Invertire le parole, per esempio ‘casa’ diventa ‘asac’, è troppo poco segreta come strategia: così siamo finalmente passati alle parti del discorso. Qui sono venuti fuori discorsi interessanti: vogliamo il genere neutro come in inglese oppure no? Tutto sottoposto a voto di classe, democraticamente. Come otteniamo il plurale? Se abbiamo un problema eufonico come lo risolviamo? Se non riesco a distinguere “giornal-aio” da “giornal-ista”, come faccio a mantenere la distinzione semantica (e qui è venuto fuori il neologismo “edicolista”). I bambini hanno visto che una volta scelta una regola, la libertà nel scegliere le altre regole conseguenti viene ridotta, pena l’inserimento di eccezioni, e la conseguente maggior complicazione nell’usare la lingua segreta stessa.

immaginare i pronomi

Grande discussione è emersa dallo scegliere il nome della nuova lingua: non sorprendentemente, l’aspetto identitario della lingua segreta come marcatore della classe ha appassionato i nostri creatori di lingua.

Durante la pausa, alcuni di loro hanno chiesto se potevano esercitarsi nella lingua stessa.

L’esperienza è stata bellissima ed entusiasmante, per me come per loro.


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