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Una lunga e prolissa papessa in un credibile medioevo

Creato il 25 giugno 2010 da Dylandave

Una lunga e prolissa papessa in un credibile medioevo

- La Papessa – 2010 – ♥ e 1\2 -

di

Sönke Wortmann

La prima cosa che di certo non sfuggira all’ occhio degli spettatori de La Papessa è la lunghezza di questo film. Solo per raccontare l’ infanzia della sua protagonista Giovanna, diventata poi papa Johannes Anglicus, sono necessari per Wortmann ben quaranta minuti. Il Clero messo in evidenza in questo film è decisamente messo in ginocchio e viene ritratto come dominante in una società medievale, intento a sollazzarsi tra le sue ricche libagioni e i suoi anelli d’ oro. Forse un pò come adesso anche. E’ forse per questo che ieri come oggi le contraddizioni imperano nel mondo clericale. Contraddizioni come quelle che vi sono nella storia di questa Giovanna entrata nel Vaticano nell’ 847 sotto le mentite spoglie di un frate che ha l’ intento di curare papa Sergio II (interpretato da un alquanto poco credibile John Goodman).  Il film di Wortmann ha i suoi più evidenti punti di forza nella scelta della sua attrice, la Johanna Wokalek che già aveva sorpreso ne La Banda Baader-Meinhof, che con la sua fisicità e i suoi lineamenti un pò mascolini è sempre convincente nella sua parte. D’ altro canto invece la regia risulta essere decisamente piatta e televisiva, priva di movimenti di macchina un pò più sorprendenti, quelli che un film storico come questo esigerebbe maggiormente. Se certo poi di Storia si tratta. Perchè le vicende della Papessa Giovanna sono ancora oggi una Leggenda , e anche gli Storici non di parte del clero non sono poi così convinti della veridicità dell’ esistenza di queste vicende. La scrittrice americana Donna Woolfolk Cross, autrice del romanzo Pope Joan (1996) dal quale questo film ha preso spunto, è invece una accanita sostenitrice di tali vicende e soprattutto del fatto che queste siano state occultate in diversi modi dalle Chiesa. In definitiva è difficile sostenere se un film come questo possa essere definito un film storico o soltanto una ricostruzione di una leggenda popolare poi trattata in un bestseller americano alla Dan Brown. La ricostruzione ambientale e scenografica si salva perchè nonostante tutto riesce a dare verosimiglianza a quello che era il Medioevo e soprattutto i primi 40 minuti del film ambientati in una ricostruzione di un villaggio della Britannia danno ben l’ impressione del tipo di società patriarcale che vigeva durante quegli anni. Molti lo hanno accostato al recente Agorà di Amenabar, forse per l’ indole erudita e pensatrice che accomuna entrambe le protagoniste, ma a mio avviso c’è un abisso tra i due film: quello che narra le vicende di Ipazia può fregiarsi di essere un’ opera da cinema, mentre questa è solo una prolissa ricostruzione che ha più le sembianze di una miniserie in due parti che di un film. Se poi si aggiunge che in questo film vi è una sottotrama romantica che non può che essere di sicuro appeal e di scarso interesse storico allora ecco che si trovano altre ragioni che non danno la possibilità a questo film di spiccare il volo. Ultimo, ma non indifferente motivo, che abbassa il livello di questo film è l’ impiego di un attore come John Goodman, condannato dalle sue sembianze ad interpretare ruoli comici, questa volta utilizzato per interpretare il serio ruolo di Papa Sergio. E guardandolo sarà difficile non sorridere, per quanto lui si sforzi di essere serio e professionale nella parte che gli è stata assegnata.

Una lunga e prolissa papessa in un credibile medioevo

( Papa John Goodman ???)
Una lunga e prolissa papessa in un credibile medioevo
( La nomina a "Papessa")

Archiviato in:2010, Drammatico, Storico

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