Magazine Bambini
Sono una delle più fervide sostenitrici del modello, mi piace il design nordico e apprezzo i luoghi dove sei ben accetta con figli, ma non mi illuderò mai più che i bambini (almeno i miei) si possano divertire all'Ikea mentre i genitori spensierati fanno shopping tra copripiumini e ciotole di legno.
Giovedì, dopo aver organizzato la mattinata di Bianca in compagnia della tata Sonia, ho prelevato Luigi e ci siamo buttati in autostrada in direzione Brescia. A dire la verità qualche segnale di scoraggiamento l'ho avuto, ma non vi ho prestato attenzione.
Nell'ordine: ho scoperto dopo i primi cinque minuti di viaggio che l'aria condizionata dell'auto non funzionava; ho sbagliato uscita dell'autostrada e sono dovuta tornare indietro di un casello; a 500 metri dall'arrivo l'auto ha iniziato ad arrancare, dando strani segni di agonia.
Dubbiosa sul da farsi ma praticamente a destinazione, ho deciso di persistere e di parcheggiare nei sotterranei dell'Ikea di Roncadelle.
Scopro prima che siamo arrivati con 45 minuti d'anticipo; e poi, quanto alle famose nursery con le palline, che Luigi non ne vuole sapere, tantomeno restarsene lì da solo in compagnia di una sconosciuta.
Entriamo quindi insieme nell'area esposizione e successivamente nel mercato: subito Luigi inizia la litania "ho sonno, andiamo a casa, comprami quel cagnolino". Io, sempre con l'occhio all'orologio, compro velocemente le cose segnate nella lista della spesa ma già penso con apprensione al ritorno su una macchina forse in panne.
Risultato: trovo (anche perché cerco poco) solo la metà deglia articoli della mia lista (frutto di una stesura lunga circa 10 mesi), mentre Luigi esce trionfante con un cagnolino di peluche maculato e il libricino "Coccodrilla cerca casa" sottobraccio. Non sto a raccontare il viaggio di rientro tutto in prima corsia tra i tir, nell'eventualità che la macchina si fermasse.
Che fatica!