A volte mi stupisco di quanto io mi stupisca...Dopo molti giorni di assiduo lavoro, venerdì mattina sono stata a casa.Nella nottata ho avuto tanto mal di testa, nausea forte e un pochino di vomito. Nella ore successive si è alzato un vento fortissimo che ha decisamente peggiorato la situazione.Così ho deciso di non andare a lavorare. Con qualche senso di colpa, quando accade, mi domando se in realtà io non debba "tenere duro" ancora di più.Ad ogni modo; in balia di un forte senso di stordimento, con molta lentezza ho iniziato a fare, in casa e da sola, una serie di piccole cose: musica a basso volume, raccolta del bucato steso in camerina, riordino di qualche gioco sparso, lettini a posto, verdura... Cose banali. Ero proprio felice! In seguito, sono andata, accompagnata, a prendere i miei turulli a scuola, all'una: una festa, uscire presto è sempre una festa, soprattutto se a prendere c'è mamma (=io). Da quando è finito l'inserimento alla materna di Davide, Ale e Chiara, è la prima volta che mi concedo questo lusso.Constatare che siamo inseriti in un sistema in cui il valore di questa "banale" quotidianità non è ufficialmente condiviso, mi irrita. Se lavoro (così) è perchè devo e non perchè lo voglio.Che fare? Circondarci il più possibile di persone che la pensano come noi...
foto Loretta Campomaggi