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Una mentina?

Creato il 26 gennaio 2015 da Patuasia

Oggi Fulvio Centoz, segretario del PD, dice che i punti di riferimento sono diventati i contenuti e che le prese di posizione personali non devono essere il perno della politica, se no non se ne esce. A dire il vero lo diceva anche ieri, ma i suoi consiglieri regionali, allora duri e puri sostenitori del cambiamento radicale (?) gli fecero la guerra. Oggi che sono i Viérin a battere la pista, la loro posizione si è ammorbidita. Evidentemente il ruolo di interlocutore di primo piano non è quello adatto al PD, preferisce il profilo basso, si sente garante nei rapporti con lo Stato e questo è sufficiente. Anche Alpe si è lasciata fagocitare dal clan di Jovençan, dagli slogan rivoluzionari necessari all’UVP per giustificare la scissione dalla casa madre. Ma davvero è solo Rollandin il problema? O piuttosto un pensiero dominante che coincide con l’autonomia intesa come terreno di proprietà esclusiva di chi governa? Non è fin troppo facile scaricare su un capro espiatorio le cause della crisi della Valle d’Aosta? Se la colpa è solo sua tutti gli altri sono innocenti, al massimo vittime. Ma è così? Io non credo che sia così. Tra i massoni locali si nascondono nomi insospettabili. Di qua e di là. Ma nella stessa famiglia.

Seguire un clan invece che un altro non sposta l’asse verso il cambiamento, ma neppure rimanere fuori dal ring. Come ho detto più volte il primo passo era mantenere la balena divisa in due. Poi assumersi le responsabilità di governo grazie a favorevoli rapporti di forza. E poi ancora vincere le elezioni comunali. Con l’alleanza smembrata questo ultimo obettivo è quasi impossibile. Come ha detto il segretario di Alpe, Piero Floris, l’unica speranza per la Valle d’Aosta è data dall’attesa. A quando Rollandin e Milanesio compiranno cento anni. (Non cita Viérin, chissà perché?). Una onesta, seppur indiretta, dichiarazione di fallimento della sua linea politica.


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