Una mutevole verita’ [roma]

E’ iniziato il conto alla rovescia verso l’inizio delle vacanze! La città inizia a svuotarsi, i ritmi quotidiani sono rallentati ed anche i mezzi  pubblici sembrano essersi adeguati, transitando meno frequentemente . Per questo le soste nella frescura sotterranea della metropolitana o, come nel mio caso, sotto una pensilina incandescente alla fermata dell’autobus, sono un’ottima scusa per ingannare il tempo dell’attesa leggendo. Lungo il percorso dell’autobus che dal centro mi riporta a casa, ci si imbatte in almeno tre librerie, tutte adiacenti una delle fermate, perciò è d’obbligo che qualcuno dei passeggeri  salga con la busta contenente il nuovo acquisto. Il passeggero protagonista della recensione di oggi sale sul bus con il libro appena comprato in una mano; nell’altra regge la busta di carta della libreria e una cartella da lavoro in cuoio. Sui quarant’anni, completamente calvo, indossa una camicia azzurra sotto un abito di lino color sabbia: non appena il moto dell’autobus glielo consente, sistema la busta vuota nella cartella e quest’ultima tra i piedi e si pone in religiosa contemplazione dei risvolti di copertina di Una mutevole verità, ultima fatica di Gianrico Carofiglio.

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