L’esordio di Ivan Controneo, già sceneggiatore di successo per la tv (Tutti pazzi per amore) e il cinema (Mine Vaganti, Io sono l’amore), è una delle migliori sorprese italiane viste quest’anno al cinema.
Per la trasposizione del suo romanzo omonimo Cotroneo ha avuto piena fiducia dalla Indigo Films di Nicola Giuliano (che appare nei panni di un pescatore) e Francesca Cima, il che gli ha permesso di disporre di un buon budget col quale inserire nella soundtrack canzoni di David Bowie e Iggy Pop, contare su ottimi collaboratori come Luca Bigazzi alla fotografia (This Must be the place, Il Gioiellino) e ottimi nonché lanciatissimi interpreti: una meravigliosa Valeria Golino nel ruolo di una mamma e moglie che si abbandona alla depressione dopo aver scoperto il tradimento del marito, un Luca Zingaretti in parte, Cristiana Capotondi e Libero di Rienzo nei panni dei fricchettoni fratelli della Golino. Ma un plauso speciale va ai due esordienti che interpretano rispettivamente il piccolo Peppino protagonista e suo cugino. Ambientato in una colorata Napoli degli anni ’70, divisa tra famiglia tradizionale e giovani dediti a sesso, droga, rock’n’roll ed emancipazione: la Golino rappresenta la prima, che vive il tradimento del marito come una vergogna talmente grave da smettere di uscire di casa, mentre la seconda è rappresentata dalla Capotondi, femminista che prova ogni genere di esperienza.
Tante risate, qualche momento toccante, qualcuno surreale, buon ritmo, una manciata di battute formidabili e l’effetto è quello di non essere nemmeno di fronte a una commedia italiana, anche se l’aria di Napoli ci fa sempre ricordare il contrario.
Un piccolo miracolo insomma, e in quanto tale destinato inevitabilmente al fallimento: poco più di mezzo milione di euro in 3 settimane, contro, ad esempio, i 10 dell’altra commedia con la Capotondi uscita nello stesso giorno, ovvero La peggior settimana della mia vita. Per non parlare de I Soliti Idioti. Insomma, ogni volta che si parla di cinema italiana bisogna constatare che i film hanno sempre un successo inversamente proporzionale alla loro qualità.Considerando che oramai questo film lo proiettano in pochi cinema, vi consiglio di andare a vederlo al più presto, perché c'è ancora un cinema italiano da difendere. VOTO: 7