Alcuni dei resti trovati sotto gli Uffizi
(Foto: La Repubblica di Firenze)
I risultati dello scavo sono stati presentati dalla sovrintendente del Polo Museale Fiorentino Cristina Acidini, dalla direttrice regionale per i Beni e le Attività culturali della Toscana Alessandra Marino, dal Dottor Andrea Pessina e da Antonio Natali, direttore della Galleria degli Uffizi. Sono stati necessari cinque mesi di lavoro per recuperare i resti che presto saranno sottoposti all'esame del Dna e del C14, che potranno completare il quadro storico della scoperta, fornendo particolari in più circa l'alimentazione e le patologie dell'epoca. La cosa certa è che gli scheletri non presentano traumi mortali causati da ferite, per cui non si tratta di persone uccise durante un assedio o un combattimento.
Gli studiosi sono propensi a parlare di un'epidemia estremamente contagiosa, quale la peste o il colera o la dissenteria, che spiegherebbero una frettolosa deposizione comune di molti corpi. "Da questo ritrovamento ci si aspetta di chiarire meglio un periodo che è abbastanza oscuro della storia della città, perché dopo i clamori e gli splendori della Florentia adrianea - II e III secolo - noi abbiamo un periodo di cui sappiamo poco di Firenze. - Ha dichiarato la direttrice del Museo Archeologico Nazionale di Firenze, Carlotta Cianferoni. - Sappiamo che si è progressivamente ristretta, alcuni tratti di mura sono stati abbattuti e quindi questo scavo ci potrà molto aiutare nel riempire questi vuoti".
L'area a sud del circuito romano di mura veniva periodicamente invasa dalle acque dell'Arno che vi lasciava i suoi sedimenti. Le indagini condotte finora hanno permesso di accertare che in via occasionale quest'area veniva destinata a deposito di materiali edilizi e lapidei.