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UNA NOTA SULL'ESTETICA DI PLATONE.di Fabrizio Fittipaldi....

Da Csbmedia
UNA NOTA SULL'ESTETICA DI PLATONE.
di Fabrizio Fittipaldi
UNA NOTA SULL'ESTETICA DI PLATONE.di Fabrizio Fittipaldi....Uno dei grandi equivoci da sfatare, che per secoli ha appesantito e ancora continua ad appesantire l’atmosfera del mondo accademico, è quello che pretende mostrarci un Platone moralisticamente e bigottamente ostile all’arte e come ignaro del ruolo fondamentale che questa svolge per l’individuo e per la società. Effettivamente Platone prende vigorosamente le distanze da una concezione materialistica dell’arte, dalle rappresentazioni false, superficiali e illusorie di una realtà che è essa stessa illusoria e transeunte. Secondo lui queste immagini hanno il solo scopo di celebrare gli ingannevoli piaceri della dimensione materiale, nei suoi aspetti più grossolani o psicologici e, in quest’ultimo caso l’arte rischia di trasformarsi nella narcisistica autocelebrazione della personalità stessa dell’artista. L’arte autentica è piuttosto servizio; superamento, attraverso un coerente processo di purificazione, della propria dimensione egoica; trasformazione di sé in strumenti dell’Assoluto che, attraverso l’artista e nella concretezza della materia prescelta, si manifesta in questo mondo delle condizioni e si rende disponibile a chi, predisponendosi correttamente, desidera accedervi. L’arte è un ponte tra queste due dimensioni e, come l’essere incarnato, partecipa di entrambe. Per Platone l’arte è dunque puramente illusoria quando si propone come riflesso di terzo grado di una dimensione materiale che è già di per sé ingannevole e superficiale, manifestazione secondaria del “mondo delle idee” il quale, finalmente, costituisce l’eterno e supremo ordine che implicitamente sostiene e dirige il cosmo. È solo nella nostra epoca che si sono imposti i concetti di un’arte come modo di sentire e di relazionarsi con il mondo, e dell’esperienza “estetica” sensoriale e psicologica come originaria fonte di ispirazione per chi crea, nonché fine ultimo per lo spettatore che fruisce.

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