Magazine Cinema
Una serata partita con i tentativi di fuga di Julez e terminata con una standing ovation.
Fin dai tempi della mia infanzia, l'horror è sempre stato uno degli ingredienti principali del cocktail che ha contribuito a formare quello che sono ora, che si parli di Cinema, Musica o, più in generale, di cultura: il Circo, per quanto non abbia mai frequentato l'ambiente, d'altro canto, non ha mai mancato, almeno sul grande schermo, di esercitare il suo fascino grottesco e sinistro, divenuto anche interesse da quando conobbi Julez, che non sono è diplomata in una delle scuole più importanti d'Italia per quanto riguarda l'arte circense, ma anche la fautrice di scoperte come il Cirque du Soleil, assolutamente pazzesco dal punto di vista della tecnica e della narrazione attraverso le singole esibizioni dei suoi artisti.Proprio il nouveau cirque è alla base anche del Circo de los horrores, portato in scena splendidamente dalla compagnia guidata dallo strepitoso Suso Silva - nel duplice ruolo di anfitrione dello spettacolo nei panni del Nosferatu e clown "mortale", viaggiatore destinato a concludere il suo viaggio tra le braccia dei personaggi sfilati nel corso dello spettacolo -, che per due ore piene ha trasformato il tendone piantato di fronte al Luna Park dell'Idroscalo in un vero e proprio teatro del macabro, della risata e dello spavento.Fin dal principio l'atmosfera è stata la padrona assoluta della serata: dall'ingresso corredato di monaci dall'aspetto cadaverico pronti a strappare i biglietti in silenzio assoluto all'area antistante il palco, infestata da creature demoniache, mummie, Leatherface impazziti con tanto di motosega, becchini con pale trascinate a peso morto dietro di loro a rendere l'impatto il più possibile spaventoso per la maggior parte delle donne presenti, prese ovviamente di mira dagli attori ad ogni avvisaglia di timore - nel nostro caso, imperdibili la camminata accanto al becchino o l'avvicinarsi del Diavolo, che notata l'inquietudine di Julez ha cercato in tutti i modi di scansarmi per avvicinarla il più possibile - all'ingresso effettivo, reso inquietante dalla tensione che le suddette, insolite presenze potessero di colpo comparire tra le poltrone, in cerca di qualche ultimo spavento prima dell'inizio dello spettacolo.L'ingresso di Suso, dunque, da il via a quello che è stato un crescendo di surreale coinvolgimento e grande divertimento, in grado di mostrare immediatamente la grande capacità di intrattenitore del leader del Circo, capace di giostrare volgarità, suggestione, carisma da vendere ed empatia immediata con l'audience - dal "Chi ha paura si fotta, in fondo siete venuti qui!" alle leccate di mano alle signore -: da quel momento esibizioni sui tessuti - forse tecnicamente non ineccepibili, ma comunque affascinanti da vedere -, contorsioni da "esorcista", balli a metà tra la capoeira ed il voodoo, fuoco e fiamme, le battutacce del clown Grimo - forse il meno interessante della serata, probabilmente per responsabilità dell'attore, che abbiamo immaginato essere stato assunto direttamente in Italia per questo tour -, voli attaccate ai capelli, impressionanti scambi di mano a mano, il numero "a centrifuga" del medico pazzo - tra i pezzi che hanno convinto di più i Ford -, i siparietti della nana/bambina ed il coinvolgimento del pubblico, rappresentato nel proprio smarrimento dal giovane Emanuele, preso "di mira" da tutti i componenti della compagnia e prestatosi alla grande al gioco dall'esibizione della vampira Debora al finale, hanno trascinato quasi senza respiro dall'inizio alla fine dello show.Numero dopo numero, all'atmosfera inquietante vengono sapientemente alternati momenti di assoluto ed irrefrenabile divertimento orchestrati dalla versione clown di Suso, protagonista di due sequenze - quella della macchina e quella appena precedente alla chiusura, legata al Cinema - da sbellicarsi dalle risate ed osservare ammirati l'abilità di comunicatore di questo attore da urlo, anticamera di una chiusura dal fascino quasi malinconico in cui, mentre il tempo rivale la sua natura circolare, assistiamo ad una nuova mutazione dello stesso Suso nel Nosferatu che aveva aperto lo spettacolo.Un'esperienza unica, che forse varrebbe la pena di vivere nella sua versione completa ed originale - dovessimo ricapitare a Barcellona e trovarlo, non ce la faremo scappare - e che omaggia alla perfezione una delle incarnazioni più affascinanti di Cinema e Letteratura, e forse della vita stessa: il lato oscuro della perdizione e del terrore che è anche una rappresentazione dei desideri, della passione, del sangue che ribolle, di tutti i sentimenti che partono dalla pancia e si fanno strada dritti fino al cuore e al cervello, scuotendo per bene quei due rammolliti che pensano di avere sempre il coltello dalla parte del manico.Qui, signore e signori, c'è una motosega urlante.
MrFord
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