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Una notte in forno

Da Martina Frattini @frattini88

Una notte in fornoAvete presente il profumo del pane appena sfornato? Il calore che si sprigiona attraverso il sacchetto, tu che non sai resistere, lo apri e lo senti.Ti arriva drittodritto al cervello e ti inebria, come un pugno sul naso.Vorresti mangiarlo subito, ma lo annusi ancora e ancora. Poi lo mangi. Senti la crosta croccante spaccarsi tra le mani e la mollica fumante e morbida venire fuori, come nei sogni più belli.Il sapore è buono, certo, non ti delude quasi mai, ma ti resta sempre una sorta di amaro in bocca, una sensazione di abbandono, perché il profumo è solo un vago ricordo ed è il profumo che ti rende felice.
Dato che la notte soffro d’insonnia come le vecchine, qualche sera fa ho deciso di andare a vedere come si fa il pane, nel forno di amici. Non tanto per un senso di amicizia, quanto più per potermi fare la mia dose di profumo senza problemi. Anche un pochino per imparare a fare il pane, dai.
Si inizia alle 23.00, nel momento in cui le altre persone guardano gli ultimi programmi in televisione o si lavano i denti prima di andare a dormire o fanno quello che vogliono, ma non il pane.
L’impasto viene fatto nell’impastatrice, una macchina con un braccio finto che gira gli ingredienti, fino a farli diventare omogenei. Tu la fissi estasiata fino a farti venire il vomito. E’ stupenda, altro che Bimbi!
Poi si passa nel cilindro, una macchina che schiaccia la pasta. Lì ti viene spiegato che la pasta la devi sentire e questa cosa ti piace molto. Pensi che la pasta del pane in fondo sia un po’ come le persone.
Poi si mette nella spezzatrice, una macchina che divide l’impasto in 37 formine esagonali a nido d’ape. Si fanno i bocconcini o si lavora con un’ulteriore macchina, creando un sacco di forme differenti.
Sembri una bambina, con gli occhi sgranati dalla sorpresa, nel vedere esagoni di pasta che entrano in una macchina ed escono a forma di futuri panini.
In base al tipo di pane poi, si faranno lievitare, alcuni coperti da un telo, altri no, alcuni nella cella, altri no.
Impari lo scopo dei diversi carrelli, l’utilizzo del grande forno simile a quello di Hänsel e Gretel, la differenza tra le farine che hanno una forza con cui resistono al lievito (tipo donne che resistono ad un corteggiamento), che l’olio nell’impasto va al tre per cento. Impari a impastare un bocconcino integrale facendo un mezzo pugno con la mano, anche se non riesci a farlo con due mani contemporaneamente a causa della tua scoordinazione. Impari anche che l’olio sopra la pasta durante la lievitazione evita di far fare la pelle al pane, cosa che dovrà fare in un secondo momento – della serie Stai calmo!
Un’altra cosa che ti ha colpito è la fragilità della pasta lievitata, che va posta delicatamente sul piano prima di andare in forno e non lanciata come fosse una patata bollente.
Ma la cosa che ti è piaciuta di più in assoluto, quella che ti ha fatto morire d’invidia, è stata il pennellino di silicone per spalmare l’uovo sopra i panini al sesamo! Lo DEVI avere anche tu, se no la tua vita rimarrà priva di senso…
Tutto fantastico insomma, se non fosse per un piccolo particolare: la sfortuna. Una teglia enorme che cade sull’alluce del fornaio ad inizio serata, causando una grave zoppia, un po’ comica e un po’ preoccupante, il temporale tipo tempestaperfetta che si è abbattuto sulla città, la luce che salta qualche minuto dopo e non ritorna, il cortile che si allaga e voi che vi allegate più del cortile cercando il contatore, il fornaio che impreca in lingue che non capisci, tu che utilizzi tecniche di contenimento-del-panico-in-situazioni-di-crisi per farlo calmare e chiami la polizia per farti dare il numero dell’A2A.
Attendendo la squadra di soccorso, si continua a fare il pane, con l’aiuto della torcia del cellullare, praticamente un’impresa epica! Si infornano le pizze sfruttando il calore rimasto nel forno e si fa l’Ho’oponopono (tecnica tramandata da tua madre) a gran voce. La squadra arriva e risolve il problema in un’ora circa.
Appena vedete la luce ricomparire dentro il forno, vi fiondate correndo ad infornare i panini, continuando a dire ‘ti amo grazie’ tipo mantra.
Alle 7.00 il miracolo avviene, i panini sono belli alti nel forno, sembra che sorridano.
Tu sicuramente sorridi. Il tanto atteso profumo ti invade le narici, come nei sogni più belli.
Ti amo grazie

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