Avevamo deciso di trascorre 10 giorni on the road in Marocco, percorrendolo da sud a nord, per poi giungere alla tappa tanto ambita: il deserto.
(una delle tappe irrinunciabili di questo viaggio è stato il deserto.)
Entrambi avevamo già conosciuto alcuni cugini lontani dell' Erg Sahariano quello tunisino, il Thar il deserto indiano al confine con il Pakistan, ma le immagini del deserto marocchino erano uniche, da Egr Chebbi: mille e una notte!
Abbiamo contattato e dopo qualche scambio di mail abbiamo concordato con loro l'escursione (che avrebbe previsto): cammellata nel deserto, bivacco in tenda beduina, cena + colazione e ritorno sempre in dromedario al camping di Merzouga dove in appoggio ci sarebbe stata la struttura organizzatrice.
Raggiungiamo in auto il camping, percorrendo una strada lunga e dritta che attraversa i primi scorci di deserto, fremiamo all'idea di raggiungere la prima tappa prevista, dando inizio a quella che si sarebbe rivelata un'esperienza unica.
La struttura dell'hotel è molto spartana in perfetto stile marocchino: c'è un comodo parcheggio sorvegliato dove poter lasciare la macchina; l'accoglienza è calorosa, ci viene data una camera d'appoggio nell'attesa che inizi il tour nel tardo pomeriggio e dato che è ancora presto, ordiniamo uno spuntino e ci rilassiamo seduti a un tavolino sul retro del camping, osservando il deserto, i dromedari che giocano nella sabbia e i beduini intenti a preparali per il nostro viaggio.
[Apriamo un parentesi sulla differenza tra dromedario e cammello, spesso ci si confonde e si tende ad accomunarli con il nome di cammello. Il dromedario è tipico dell'Africa Settentrionale e si distingue per avere una sola grossa gobba, viene anche chiamato cammello arabo.
Il cammello INVECE è diffuso in Asia Centrale e si distingua dal dromedario per le due gobbe.]
E' giunta l'ora: il gruppo con cui condivideremo l'esperienza è ben assortito: una famiglia indiana che vive negli USA, una ragazza americana che vive in Marocco, una ragazza taiwanese e una ragazza marocchina; ad accompagnarci ci sono tre giovani beduini del camping nel deserto.
Iniziamo, saliamo sul dromedario e non so voi ma per me è sempre un dramma, mentre Roby riesce a fare tutto con grande naturalezza. I primi minuti sono i più difficili, mi tengo con forza all'aggancio posto sulla sella e cerco di uniformare i mie movimenti al suo sali e scendi tra le dune, a poco a poco diventa un piacevole dondolio, quasi come una culla con un panorama da togliere il fiato.
Solo dune, sole e dromedari, la strada è lunga fino al camping ma non vorrei finisse mai.
La nostra ombra è impressa nella sabbia e come non scattare una foto! Raggiungiamo le tende dopo 1h di cammello, siamo sotto una duna altissima e attorno a noi c'è solo sabbia e deserto. La tenda beduina è in stoffa pesante e al suo interno ci sono dei materassi con delle coperte di lana di pecora, qualche candela usata e nulla di più. Lasciamo gli zaini e iniziamo la salita sulla duna per goderci il tramonto; all'apparenza sembra una passeggiata, ma più saliamo e più iniziamo ad accusare la fatica, i piedi sprofondano nella sabbia e ogni passo è più faticoso che mai, siamo pieni di sabbia nelle tasche delle giacche, dei pantaloni, le scarpe, ovunque in pratica! Ma appena prendiamo posto in cima alla duna e ci sediamo a osservare il tramonto capisco che mi ci sarei pure tuffata in quella sabbia.
Il sole è una palla infuocata che scende velocemente verso l'orizzonte, una pace surreale: siamo nel deserto di Erg Chebbi in Marocco,il tramonto, il cielo, tutto attorno a noi si tinge di rosso.
Con il calar del sole arriva anche il freddo, non dimentichiamo che è dicembre e nel deserto gli sbalzi di temperatura sono fortissimi. I ragazzi iniziano a preparare il fuoco fuori dalla tenda mentre il "cuoco" prepara la cena. Ci riuniamo tutti assieme e con il sottofondo di tamburi e canti locali ci gustiamo un buonissimo tajine (piatto tipico marocchino con carne e cus cus).
Il cielo è ricoperto di stelle e la luna è grande e luminosa, nella mente affiorano i ricordi delle pagine di un vecchio libro, il Piccolo Principe e lo immagino li tra le dune che passeggia e parla all'aviatore. Di fronte a me lo sfondo perfetto per un film, a parole è difficile da spiegare e le immagini non rendono ma è la prima volta che vediamo un cielo così bello.
La serata continua, il nostro gruppo è instancabile, ci si conosce, si raccontano storie, si ride e si scherza davanti al fuoco: tutti vicini e compatti perché il freddo è davvero pungente. A poco a poco torniamo tutti nelle nostre tende, il bagno è una nicchia dietro una duna ma non ci formalizziamo, siamo nel deserto ed è stata una notte incredibile. Ci infiliamo sotto le spesse coperte di lana e in pochi minuti crolliamo in un sonno profondo!
Il risveglio nel deserto è all'alba, vediamo sorgere il sole che in pochi minuti è alto e caldo in cielo. La colazione è molto veloce thè e caffè e qualche dolce locale, è giunta l'ora di rimontare in sella al nostro dromedario e tornare verso il camping dove ci aspetta una doccia calda e un'altra abbondante colazione.
Salutiamo il deserto consapevoli di aver vissuto una delle esperienze più belle della nostra vita, abbiamo condiviso con apparenti estranei momenti di felicità, siamo rimasti incantati da una natura che non ci appartiene: i l deserto da mille e una notte.