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UNA NUOVA AMICA (Une nouvelle amie)

Creato il 11 luglio 2015 da Ussy77 @xunpugnodifilm

una-nuova-amica_notizia-2Amore, travestimento e morbosità; l’amore non ha genere

Com’è complesso il cinema di Ozon. Infatti in Una nuova amica gioca con i generi, con lo spettatore e con le interpretazioni. Un film en travesti che, seppur spiazzando, si fa invitante strumento di analisi di varie e diversificate tematiche.

Claire e Laura sono amiche dall’infanzia. Hanno passato ogni momento insieme e hanno suggellato il loro legame con un patto di sangue. Una volta cresciute Laura si sposa con David e partorisce Lucie, che non potrà veder crescere. Difatti Laura muore prematuramente a causa di una malattia. Al funerale Claire promette di prendersi cura di Lucie e David, ma quella promessa porta con sé una scoperta insolita. Infatti David all’interno delle mura domestiche si veste e si comporta come una donna.

Una nuova amica è adultero, lesbico, morboso o amichevole? La domanda è lecita soprattutto se si osserva il nuovo film di Ozon con lo sguardo di chi vuole cogliere tutte le sfaccettature per tirare le fila e affermare la bontà del prodotto. Perché Una nuova amica trova il passaggio per toccare ogni tema sopraelencato, scansarlo e proseguire oltre. Dapprima lo spettatore si ritrova spiazzato, comprende la scelta (il lutto ognuno lo affronta a modo suo) e prosegue oltre. Difatti la curiosità che aleggia intorno al personaggio di David viene, da Ozon, relegata in un angolo perché non ha l’interesse di spiegare e nemmeno la voglia di focalizzarsi eccessivamente sui reali motivi del travestitismo di David. Ed è proprio qui che l’autore francese comincia a costruire la sua pellicola, indugiando sul rapporto tra le due “donne”, spostando la macchina da presa su Claire, sul suo sguardo perplesso, ma allo stesso tempo complice. Di conseguenza l’indagine si sposta su di lei, sul suo approccio nei confronti di un’amicizia che viene accettata e rifiutata allo stesso modo. Nel mentre la relazione si sviluppa, prende ampio respiro e tocca i toni della morbosità, del lesbismo appena accennato, che trova e perde la giustificazione innumerevoli volte. Perché in Una nuova amica si vanno ad analizzare i rapporti: di amore e affetto tra Claire e Gilles, di morboso attaccamento tra Claire e Laura e di amicizia privata e perennemente sul limite dell’incomprensione tra Claire e Virginia/David.

L’attrazione nei confronti di qualcosa di nuovo, di più vicino al suo status di lutto, con cui può condividere e scoprire una sessualità sopita e mai realmente esplosa. Una nuova amica non parla di omosessualità, o perlomeno non vuole sfociare in quel seminato, preferendo sfiorare il tema senza sprofondarci dentro. Una nuova amica mantiene le distanze, mettendo in bocca a David la frase “non sono interessato agli uomini”, e sceglie di parlare di identità, come a voler sostenere che il sentirsi donna non obbligatoriamente fa rima con omosessualità. E’ come se Ozon costruisse un’utopia, un sentimento dalle mille interpretazioni, che non trova la sua precisa e inconfutabile definizione.

Ozon, stavolta entrando dalla porta principale, diventa il terzo incomodo invasivo, che ruba attimi d’intimità con la sua macchina da presa. Focalizzandosi sugli sguardi, che tradiscono le emozioni e lo stato d’animo, il regista transalpino regge alla distanza in modo convincente per poi perdere la bussola in chiusura di pellicola. Probabilmente perché le battute finali sono sono lo specchio dell’esasperazione utopica cavalcata con insistenza da Ozon.

Ironico, drammatico e intenso, Una nuova amica perde progressivamente le redini della verosimiglianza. Tuttavia quest’eccesso di sicurezza non preclude che sia un prodotto di valore, che conferma ancora una volta (ce n’era bisogno?) quanto il cinema di Ozon sia pulsante e mai scontato.

Uscita al cinema: 19 marzo 2015

Voto: ***1/2


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