Una nuova antenna per LOFAR

Creato il 09 aprile 2014 da Media Inaf

Firmato all’Hannover Messe, la più grande fiera industriale al mondo, il contratto per la costruzione di una nuova stazione tedesca per l’International LOFAR Telescope (ILT). Firmatari la società ASTRON, l’Università di Amburgo e l’Università di Bielefeld. La nuova stazione sorgerà nei pressi di Amburgo.

(Low Frequency Array) è un radiotelescopio realizzato per esplorare l’Universo alle frequenze più basse mai analizzate (10 – 250 MHz). Costituito da oltre 20.000 antenne a dipolo, concentrate in 48 stazioni, ha il nucleo in Olanda e stazioni disseminate in diverse nazioni europee (Germania, Francia, UK, Svezia). Si tratta di uno strumento totalmente digitale senza parti in movimento. Il puntamento della zona di cielo prescelta avviene elettronicamente e i segnali delle singole antenne a uniscono a un supercalcolatore attraverso il collegamento in fibra ottica ad altissima velocità. Questo radiotelescopio permetterà di studiare le prime fasi dell’Universo, antecedenti alla formazione dei primi oggetti celesti.

Complessivamente la sensibilità e le capacità osservative dell’ILT aumentano con il numero dei tlescopi che entrano a far parte del sistema e tanto più questi sono lontani dal centro del sistema che si trova nel Nord-Est dell’Olanda. La produzione dell’hardware per una nuova antenna del LOFAR ha un valore contrattuale superiore ad un milione di euro.

Grazie a LOFAR gli astronomi possono guardare indietro un miliardo di anni rispetto a quando si sono formate le prime stelle e con esse le prime galassie, posso guardate ampie aree del cielo nelle emissioni radio a bassa frequenza e possono essere costantemente alla ricerca di alcuni degli eventi più energetici dell’Universo. I ricercatori dell’Università di Amburgo , guidati dal Prof. M. Brüggen, sono specializzati nello studio della formazione ed evoluzione degli ammassi di galassie dall’universo primordiale ad oggi. Il gruppo presso l’Università di Bielefeld , guidato dal Prof. D. Schwarz, studia invece la distribuzione delle galassie alle più grandi distanze osservabili nell’Universo, che portano l’impronta dell’era dell’inflazione cosmologica .

LOFAR è anche un impianto scientifico e tecnologico riconosciuto come propedeutico al radiotelescopio di nuova generazione, lo Square Kilometre Array ( SKA ), che sarà il più grande radiotelescopio al mondo. Nel 2011, come organismo indipendente di controllo per sovrintendere al progetto, è stata istituita la SKA Organisation, di cui attualmente fanno parte 11 paesi: Australia, Canada, Cina, Germania, Italia, Nuova Zelanda, Paesi Bassi, Regno Unito, Svezia, USA e India come membro associato. Nel 2012 è avvenuta la scelta del sito, diviso tra Africa (in particolare Sud Africa), dove dovrebbero essere collocati oltre 2000 radiotelescopi a parabola per media frequenza, e Australia, che ospiterebbe 280 stazioni per antenne a bassa frequenza. Nel novembre 2013 sono stati selezionati i “consorzi”, 11 team internazionali, ciascuno dedicato alla progettazione esecutiva di un elemento specifico del telescopio.

Fonte: Media INAF | Scritto da Redazione Media Inaf


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