(Low Frequency Array) è un radiotelescopio realizzato per esplorare l’Universo alle frequenze più basse mai analizzate (10 – 250 MHz). Costituito da oltre 20.000 antenne a dipolo, concentrate in 48 stazioni, ha il nucleo in Olanda e stazioni disseminate in diverse nazioni europee (Germania, Francia, UK, Svezia). Si tratta di uno strumento totalmente digitale senza parti in movimento. Il puntamento della zona di cielo prescelta avviene elettronicamente e i segnali delle singole antenne a uniscono a un supercalcolatore attraverso il collegamento in fibra ottica ad altissima velocità. Questo radiotelescopio permetterà di studiare le prime fasi dell’Universo, antecedenti alla formazione dei primi oggetti celesti.
Complessivamente la sensibilità e le capacità osservative dell’ILT aumentano con il numero dei tlescopi che entrano a far parte del sistema e tanto più questi sono lontani dal centro del sistema che si trova nel Nord-Est dell’Olanda. La produzione dell’hardware per una nuova antenna del LOFAR ha un valore contrattuale superiore ad un milione di euro.
Grazie a LOFAR gli astronomi possono guardare indietro un miliardo di anni rispetto a quando si sono formate le prime stelle e con esse le prime galassie, posso guardate ampie aree del cielo nelle emissioni radio a bassa frequenza e possono essere costantemente alla ricerca di alcuni degli eventi più energetici dell’Universo. I ricercatori dell’Università di Amburgo , guidati dal Prof. M. Brüggen, sono specializzati nello studio della formazione ed evoluzione degli ammassi di galassie dall’universo primordiale ad oggi. Il gruppo presso l’Università di Bielefeld , guidato dal Prof. D. Schwarz, studia invece la distribuzione delle galassie alle più grandi distanze osservabili nell’Universo, che portano l’impronta dell’era dell’inflazione cosmologica .
LOFAR è anche un impianto scientifico e tecnologico riconosciuto come propedeutico al radiotelescopio di nuova generazione, lo Square Kilometre Array ( SKA ), che sarà il più grande radiotelescopio al mondo. Nel 2011, come organismo indipendente di controllo per sovrintendere al progetto, è stata istituita la SKA Organisation, di cui attualmente fanno parte 11 paesi: Australia, Canada, Cina, Germania, Italia, Nuova Zelanda, Paesi Bassi, Regno Unito, Svezia, USA e India come membro associato. Nel 2012 è avvenuta la scelta del sito, diviso tra Africa (in particolare Sud Africa), dove dovrebbero essere collocati oltre 2000 radiotelescopi a parabola per media frequenza, e Australia, che ospiterebbe 280 stazioni per antenne a bassa frequenza. Nel novembre 2013 sono stati selezionati i “consorzi”, 11 team internazionali, ciascuno dedicato alla progettazione esecutiva di un elemento specifico del telescopio.
Fonte: Media INAF | Scritto da Redazione Media Inaf