Una nuova armata Brancaleone?

Creato il 07 giugno 2012 da Angel

La “proposta” fatta da Silvio Berlusconi di candidare alle prossime elezioni, alla guida del PDL, Jerry Scotti, noto conduttore televisivo Mediaset, rappresenta il colpo di grazia per un partito senza idee e oramai, diciamocelo, alla frutta. In questa direzione si colloca, inoltre, la lettera indirizzata al quotidiano il Foglio del Presidente del Senato, Renato Schifani, che educatamente e gentilmente “scarica” il Cavaliere. E’ evidente, nonostante la proposta/burla berlusconiana, che la politica italiana in queste settimane sta tentando di decifrare i fortissimi e disperati segnali che vengono dall’ opinione pubblica del paese. Si possono mettere insieme alcuni fatti. Il primo è stato il costituirsi del movimento di Beppe Grillo che, sull’ onda lunga della crisi e dei sentimenti di anti politica, si sta avviando ad essere una tessera importante del mosaico politico italiano. Un movimento che suscita, come ho ricordato nei contributi degli scorsi giorni, molta attenzione e preoccupazione dal momento che poggia su due elementi pericolosissimi: il qualunquismo e gli umori volubili della piazza. Il secondo fatto è il “mistero” della candidatura ( poi ritirata, anzi mai presentata) di Roberto Saviano alle prossime elezioni nella lista civica del quotidiano Repubblica. Un mistero ancora più fitto se si pensa che di questa lista tutti parlano, tutti sanno, tranne che i suoi possibili fondatori: Ezio Mauro, Carlo De Benedetti, Eugenio Scalfari, Concita De Gregorio e lo stesso Roberto Saviano. Insomma, pare che nessuno di questi intellettuali di centro-sinistra voglia prendere le distanze dal partito di maggioranza di quest’ area politica ( il PD per inciso), nè che abbia particolare voglia di caricarsi sulle spalle il peso di un’ azione politica nuova e in grado di interpretare le esigenze della società italiana. Peccato. Anche perché, potenzialmente, il “capitale umano” della lista Repubblica sarebbe di primo piano, dal punto di vista sia intellettuale che morale. La lista Repubblica denuncia, però, quella che è la condizione atavica del ceto giornalistico-intellettuale in Italia, ovvero la sua capacità di parlare di cambiamento, di aspettative ma, nel contempo, incapace di interpretare ( e guidare) un cambiamento di qualsiasi genere. E’ significativo, tuttavia, che i movimenti politici di cui ho parlato ( o presunti tali) si caratterizzino per essere privi, almeno in parte, di politici: scrittori, intellettuali, giornalisti e finanche comici, presentatori. Si tratta di un pezzo della società italiana non solo non “compromesso” con la politica “tradizionale” ma che esprime personaggi molto popolari e, in qualche, caso anche molto amati. L’ accostamento di personaggi dello spettacolo o della cultura al mondo della politica riflette inevitabilmente la crisi, il fallimento della politica. Un fallimento dovuto alla sua incapacità di rigenerarsi con una classe dirigente giovane e dinamica. Ritengo che sulla scorta dell’ anti politica e della sfiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni e della ben nota casta, si sia insinuata la convinzione che fare politica sia una cosa facile e semplice. In realtà, a meno di altre considerazioni, una nuova politica necessita di politici nuovi, ma di professione. Non di personaggi sradicati da altri contesti. Il che non vuol dire che chi non sia politico, non possa partecipare alla cosa pubblica. Assolutamente. Ma un conto è interessarsi, partecipare, avere delle idee. Un altro è decidere, effettuare riforme, rendere efficiente uno stato. Insomma, gestire il potere. Temo che la possibile inclusione, nell’ agone politico, di personaggi che con la politica hanno avuto a che fare in maniera limitata ( o per nulla) possa contribuire a far nascere solo confusione. Vorrei ricordare di nuovo le possibili categorie sociali che potrebbero emergere nel corso delle prossime elezioni: scrittori, intellettuali, giornalisti, industriali ( il Montezemolo possibile alla guida del PDL, di cui non abbiamo parlato) e finanche comici e presentatori. Non si corre il rischio di allestire una nuova armata Brancaleone?



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