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Una nuova estate senz'acqua

Creato il 25 giugno 2013 da Webcla
Una nuova estate senz'acqua

''La cosiddetta' emergenza idrica ci sara' anche quest'anno, perche' con l'arrivo dell'estate tutti iniziano a consumare piu' acqua, con conseguenti interruzioni notturne programmate dell'erogazione e provvedimenti analoghi''. Lo dice all'ANSA l'idrogeologo Sergio Rusi, secondo il quale a generare l'imminente crisi non saranno tanto temperature elevate e approvvigionamento idrico, quanto piuttosto un consumo eccessivo e irrazionale di acqua, unito alle perdite delle condotte idriche.

Per Rusi - docente del Dipartimento di Ingegneria e Geologia dell'Universita' 'D'Annunzio' di Chieti - ''all'origine della crisi vi e' soprattutto una maggiore esigenza di acqua e, solo in misura inferiore, una diminuzione reale delle sorgenti. Gli acquedotti piu' di tanto non possono portare e, allora, nel periodo estivo non riescono a far fronte alla richiesta''.

Dal punto di vista idrologico e in termini di ricarica delle falde, secondo l'esperto, quest'anno la situazione non e' critica. ''Le precipitazioni nevose e piovose - spiega Rusi - nel corso dell'anno, sono state nella media, se non leggermente superiori, soprattutto per quanto riguarda la pioggia, che e' caduta abbondante anche in primavera. Dunque, dal punto di vista degli apporti non e' andata male''.

''Gli acquedotti, pero' - osserva il docente -, non sono cambiati, la portata e' quella, con la differenza che tutti iniziano a consumare di piu'. Le sorgenti, inoltre, hanno un minimo nel periodo estivo, cioe' proprio quando noi vogliamo piu' acqua, anche se questo problema e' marginale rispetto agli eccessivi consumi. Ai gestori bisognerebbe dire di mettere mano alla questione perdite, anche se e' un'operazione ciclopica - sottolinea Rusi -, mentre gli utenti dovrebbero evitare gli sprechi e fare un uso razionale dell'acqua''.

Dello stesso avviso e' il geologo Enrico Miccadei, dello stesso dipartimento della 'D'Annunzio', il quale aggiunge che ''bisogna studiare la risorsa idrica proteggendo le aree di ricarica in alta montagna, cioe' le aree carsiche, di cui la regione e' straricca. Questa e' una criticita' maggiore rispetto a quella della piovosita', perche' se non proteggiamo le aree di ricarica dall'inquinamento tra qualche anno rischiamo di avere sorgenti inquinate e, a quel punto - conclude Miccadei -, l'emergenza sara' ben piu' grave''.

Fonte: Ansa


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