Poco dopo la morte di mio marito, nell’espletare le prime dolorosissime, ma indispensabili formalità, ci è stato chiesto, devo dire con grande delicatezza, se eravamo disponibili alla donazione delle cornee del nostro caro.
Senza neanche consultarci mio figlio ed io abbiamo dato il consenso anche perché eravamo consapevoli che il nostro amatissimo padre e marito era (ed è) una persona generosa, avvezza a piccoli gesti di grande umanità senza tanto clamore, abituata a vivere una quotidiana bontà un po’ schiva e pudica, ma molto concreta.
Ora che mi è arrivata la comunicazione che, probabilmente, due persone torneranno a vedere grazie al suo dono ho provato una grande dolcezza.
Le regole vogliono che non ci venga mai comunicato il nome di quelle persone, ed è giusto così, ma io so già che, in futuro, camminando per strada, guarderò gli occhi delle persone che incontrerò alla ricerca di “quello” sguardo che ho incrociato per tanto tempo.
Forse è una piccola consolazione, ma trovo che sia bellissimo che i suoi occhi tornino a brillare di nuova luce.