Magazine Ecologia e Ambiente
Segnalo una positiva novita' nel settore della crionica: la Oregon Cryonics.
I loro prezzi sono piu' vicini a quelli del Cryonics Institute che a quelli della Alcor (cioe' sono piu' bassi di quelli di quest'ultima), ma il problema e' sempre quello dello stand-by and transport...
Come fa giustamente notare FightAging, pero', il semplice fatto che sia una nuova organizzazione, rende la Oregon Cryonics una scelta piu' "rischiosa" rispetto alle altre due citate piu' sopra, le quali hanno dimostrato, con la loro stessa sopravvivenza, una certa robustezza.
Trovo strano che ne' FightAging, ne' il sito della Oregon Cryonics parlino dell'Oregon Death with Dignity Act, che offrirrebbe un ovvio vantaggio, dal punto di vista dell'ibernazione umana, allo stato dell'Oregon. Tangenzialmente: in Europa la scelta piu' ovvia mi sembrerebbe la Svizzera, anche se la Dignitas non puo' garantire che il "paziente" non subira' un'autopsia (non ho idea se la situazione sia diversa in Oregon).
Dal sito della Dignitas (PDF):
"Nella procura il socio può esprimere la propria volontà di rinunciare dopo la morte ad un'autopsia. A questo scopo si deve chiarire che, a causa di una situazione legale poco chiara, questo desiderio non potrà essere rispettato in tutti i casi."
Tornando alla notizia, leggo sempre su FightAging che uno dei fondatori del nuovo gruppo e' un sostenitore dell'approccio "sintetico" alla rianimazione, nel senso che sembra mirare ad un "risveglio" in software (mind-uploading) piuttosto che ad uno in "carne ed ossa". Immagino che cio' potrebbe aver un impatto sul tipo di servizi offerti dalla Oregon Cryonics, la quale, infatti offre anche la chemical preservation (ma solo come ultimissima spiaggia!)
Questo sembra essere un dilemma sempre piu' incalzante per chi pensa alla crionica come ad "un'ambulanza verso il futuro" e ne ho gia' parlato proprio l'altro giorno in Enorme passo in avanti per la criopreservazione (ibernazione umana).