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Una parola definitiva su Masterchef

Creato il 17 gennaio 2014 da Frankezze

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“Sono molto intollerante al peperone” (Michele)

Ho finalmente visto Masterchef. E’ la prima volta che recensisco un programma che esce prima su Sky e poi sulla tv dei poveri. Ho deciso di farlo perché su tuitte e in ogni dove tutte le comunità di nuovi appassionati di cucina che di sera non escono, si divertono a tuittare dell’impossibilità di realizzare un secondo. O delle crudità di una melanzana.  O di questa Rachida. O delle cattiverie di Cracco (che non sono cattiverie, ma è quello che direbbe il mio parroco o Prodi).

Speravo che fosse un programma in cui i MASTER – CHEF dominassero psicologicamente gli allievi. Fossero cattivi, stronzi, inopportuni, violenti, rabbiosi, vendicativi. Pensavo di trascorrere due ore nel piacere della sottomissione e dominazione. Nel piacere dell’espressione spettacolarizzata dell’umanità. No. Mi sembrava di essere a una di quelle noiosissime lezioni di prima elementare, una di quelle in cui ancora non è definito chi imparerà in fretta o chi ci metterà del tempo ma sta sicuro che chi impara in fretta è costretto a trascorrere molte ore nella noia all’inizio, e molte ore nella distrazione poi, rischiando pure qualche insufficienza poi poi poi. Il mio prof di tesi era sadico, un filologo romanzo. Oh, eccome se lo era. Diceva che amava guardare con la moglie i film in cui le ragazzine venivano violentate. Ma questa è un’altra storia.

Fortunatamente si è presentato uno chef americano, che con la sua imponenza fisica, l’alterità della lingua, e la naturale superiorià di all things American, li ha umiliati. Li ha umiliati perché li ha costretti a cucinare dei piatti di merda, giustificando questi piatti di merda dietro una sorta di auctoritas storico-politica-attuale: Obama li ha mangiati per il suo 49esimo compleanno (perché nessuno ha risposto e cagaci o’ cazz?)

I piatti erano: una bisque di mais, o meglio una zuppotta, delle crocchette di astice fritte, da festival estivo musicale e … what else? Sashimi di ricciola, che si pronuncia in Barbierese Sciascimi (che carino…).

Tuttavia il sorriso e la leggerezza con cui Graham Elliott , lo chef chiamato dall’ammerica, diceva che i piatti (di merda) erano cucinati alla cazzo è stato l’unico momento di intrattenimento vero.

Ecco i punti salienti della puntata di ieri:

Lo sport
Sono andata a casa di un mio amico a guardare Sky perché sono povera e affinché tutti i quarantenni mantengano il culo al caldo accetto pagamenti in ritardo e certamente non posso permettermi Sky. Ma è giusto che pure i trentenni #coglioneNO dicano la loro su masterchef. Pare che questi miei amici se lo possano permettere, non so perché. 4 maschi, età dai 25 ai 28.  Uno faceva calcio, l’altro palestra tutti i giorni, uno ho deciso che faceva rugby. L’altro è andato in camera. E niente… abbiamo guardato Masterchef.

Mistresschef
I radical chic non hanno capito niente, adesso glielo dico quando li becco a uno swing.
(chef donna?)

Bastianich
È cotto alla perfezione ma puoi fare di più
Ripetimi quello che ha detto” (l’americano)
Rachida ha detto che è tutto sbagliato
No, non ha detto questo, ma comunque, andiamo avanti

La stessa età
I concorrenti sembra abbiano tutti la stessa età. Alberto che è il più vecchio ha l’umiltà di un quindicenne. Dai su, diciamole le stronzate generazionali, dai. E invece quella di 23 anni quanto è supponente?

Bisque di mais
Ma che catz’ è?

Don Cracco della parrocchia di Martellago, o Prodi davanti a un piatto di tortellini
La sfida di oggi è veramente difficile” – devi stare 40 giorni nel deserto.
Se cucinassi come parli in inglese avresti già vinto” – Vangelo secondo Marco.
“È un’ottima zuppa all’aceto balsamico” – ma questo è il mio corpo, sceso tra di voi.
Tu sei come un’assicurazione Alberto”- figliol prodigo o quello che ha detto Prodi ad Alberto Asor Rosa verso la fine dei suoi 40 giorni nel deserto.
Se non sei in grado di correggere gli errori non vai da nessuna parte” –  ora alzati e cammina.
La cucina è CULTURA se studi, se no sei come tutti gli altri” – dal Vangelo secondo Luca.
Se una cosa è una passione e non è il tuo mestiere è meglio perché lo tieni a una certa distanza”  – Lady Chatterley, lettera, boh.

Don’t go away
Rachida: “Io me ne vado”.
Cracco: “Rachida, torna” (e chi non ha peccato scagli la prima pietra).
Rachida: “ok”.

La verità vi prego, sulla vita
Rachida “ Sono troppo vera e allora sono diventata scema”.

Rubabandiera
A un certo punto giocano su di un prato. Alberto è il capo squadra e deve correre in lungo e in largo, perché i master sono sadici, lui è vecchio e loro si divertono così. Ah no? Quello è il momento in cui si dividono in squadre”.

 #coglioneNO
Minimamoralia: siete bravi, vi leggiamo. Ma ce la fate a cucinarci i paccheri cul culo?
Vice: bravi anche voi, la gavetta ecc. Ma ce la fate a cucinarci una pasticca di ecstasy al gratin?
Giornalisti /stipendiati/regolari/sfruttatori che avete condiviso #coglioneNO: grazie per solidarietà. Avete mai sentito parlare di figging?

Franka Dipollina

(Foto via)

L'articolo Una parola definitiva su Masterchef è ovviamente opera di Frankezze.


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