… ero triste e in quel momento ho pensato che se avessi avuto una parrucca blu mi sarei sentita felice.
Lì per lì è stata comica come frase. Abbiamo riso tutti. Poi però dalla mia penna è uscito fuori questo e ho pensato che in quelle parole c’era poco di divertente.C’era una storia da raccontare.
Se avessi una parrucca blu, per qualche ora potrei non essere più io.
Potrei dimenticarmi di me, potrei alzarmi da questo pavimento e fare finta che non sia successo niente.
Potrei cancellare gli errori, le parole sbagliate, i graffi e le botte, quelle prese e quelle date.
Se avessi una parrucca blu, non sentirei più questo amaro in bocca, non sentirei più la pelle bruciare di delusione, non sentirei più le gambe pesare di tristezza.
Se avessi una parrucca blu, potrei uscire questa sera stessa e mescolare il dolore al rum&coca, sciogliere questa paura nella pioggia di novembre.
Se avessi una parrucca blu, di me non resterebbero che capelli turchini e un impermeabile sgualcito. Nessuno si ricorderebbe di questi occhi scuri, di queste mani nervose, di questa bocca tesa.
Se avessi una parrucca blu, potrei dimenticare la mia storia, potrei dimenticare le telefonate e le canzoni, le lettere che ho scritto e le risposte che non ho mai ricevuto.
Se avessi una parrucca blu potrei dimenticarmi di questa casa e non tornarvi per la notte.
Se ora indossassi una parrucca blu potrei guardare la mia immagine riflessa nello specchio così come guarderei quella di un estraneo in una fotografia.
Mi sentirei libera da me.
Sarebbe come avere davanti un foglio bianco su cui disegnare tutto da capo senza avere però bisogno di cancellare ciò che è stato perché semplicemente avrebbe già cessato di esistere.
Se avessi una parrucca blu, per qualche ora potrei sentirmi felice.Tuttavia so che prima o poi la mia chioma, appesantita dalla pioggia, perderebbe la sua forma e il suo splendore, trasformandosi in una molle medusa azzurra dai tentacoli ormai immobili. Poi il trucco si scioglierebbe e colando giù dagli occhi macchierebbe il mio vestito.
Finirei così per somigliare a uno di quei pagliacci tristi, con gli occhi spenti, che si vedono di tanto in tanto per la strada, ubriachi di bourbon e di dolore.
È per questo che non mi alzerò da qui e non uscirò a comprare nessuna parrucca blu.
È per questo che me ne resterò qui su questo pavimento ancora un po’. Respirerò ancora l’odore di questa stanza e nel silenzio ascolterò il rumore che fa questa città. Con le mani raccoglierò tutte queste schegge, che sono qui per terra. Frammenti di me.
Allora potrò alzarmi.
Mi alzerò e uscirò a vivere.