“Per capire i tempi, bisogna ascoltare prima, o insieme alla teologia, cosa dicono i poeti” perché essi sono “le antenne tese sul mondo, giorno e notte”.
Con queste parole si apre il volume Ultime poesie ¹ di David Maria Turoldo che aggiunge: “L’ideale di tutta la mia vita fu quello di scrivere e testimoniare da fratello di chi crede quanto da fratello di chi cerca”.
Ecco il richiamo al libro di Qohelet , uno dei Sapienziali della Bibbia, in cui il dubbio convive con la professione di fede.
Vanità delle vanità, dice Qoèlet,
vanità delle vanità, tutto è vanità.
A questa costatazione, ripetuta come un ritornello, risponde e corrisponde
Sta lieto, o giovane, nella tua giovinezza,
e si rallegri il tuo cuore nei giorni della tua gioventù.
Segui pure le vie del tuo cuore
e i desideri dei tuoi occhi.
……………………………..
Ricordati del tuo creatore
nei giorni della tua giovinezza,
prima che vengano i giorni tristi
e giungano gli anni di cui dovrai dire:
“Non ci provo alcun gusto”
Il finito incontra l’infinito, l’umano ritrova il divino.
Le due dimensioni si unificano nella parola poetica, se e quando questa diventa Parola: in essa, secondo Turoldo, si rivela Dio, cioè l’Essere e il Nulla, dove il primo sottintende e giustifica il secondo e da esso è giustificato.
Essenza dell’Essere
Epifania dell’Essere
Nell’unità dell’Essere
È l’Essere il globo che tutto contiene
e naviga nell’oceano del Nulla.
(Nell’oceano del Nulla, Ultime Poesie, Garzanti, 1999)
Molto più facile credere in Dio in presenza di un suo segno, più difficoltoso il contrario. Ed è questa la condizione abituale, stato di incertezza ma anche, tuttavia, garanzia di una fede più salda.
No, credere a Pasqua non è
giusta fede:
Troppo bello sei a Pasqua!Fede vera
è al venerdì santo
quando tu non c’eri
lassù!Quando non una eco
risponde
al suo alto gridoe a stento il Nulla
dà forma
alla tua assenza
(A stento il Nulla, Ultime Poesie, Garzanti, 1999)
Fede vitale quella di Turoldo, ma nutrita di dubbi. E proprio in nome dell’universalità della Parola, egli sollecita il confronto con il fratello ateo.
Fratello ateo, nobilmente pensoso
alla ricerca di un Dio che io non so darti,
attraversiamo insieme il deserto.Di deserto in deserto andiamo
oltre la foresta delle fedi
liberi e nudi verso
Il nudo Esseree là
dove la Parola muore
abbia fine il nostro cammino.
(Oltre la foresta, Ultime Poesie, Garzanti, 1999)
La parola umana, la parola poetica, raggiunge la sua completezza espressiva non quando pretende di nominare l’inesprimibile, ma quando riconosce la sua impotenza e trova pace nel silenzio.
Lo so, dovrei impormi il silenzio
bandire ogni accentospegnere anche il più tenue
bisbiglio mentalecancellare perfino il ricordo
di questi alfabeti, e làtutto l’Io si dissolva dove il Silenzio genera:
Ti avrei raggiunto, allora, e saremo insieme …
(Ogni nome ti annulla, Ultime Poesie, Garzanti, 1999)
Attraverso questo dialogo tra umano e divino, slancio poetico e ragionamento teologico, dubbio e fede, l’augurio a tutti di una Pasqua di riflessione e meditazione.
Perdersi, oil on wood
© Giulia Quaresima 2007.
¹ Ultime Poesie – Canti Ultimi, 1991; Mie notti con Qohelet, 1992, – Garzanti, 1999