"Ed ora, se siete pronti, cominceremo una passeggiata lunga tremila anni..."Qualche turista del mio gruppo ridacchia sempre e non sa che in realtà gli ho fatto lo sconto di cinquecento anni per non spaventarlo subito.
Siamo al Museo Egizio di Torino ed ho appena terminato il racconto sulla nascita di questo strepitoso museo e prima di saltare sul gradino delle scale mobili, spezzo la mia spiegazione con questa battuta.Saliamo e saliamo verso l'alto, accanto a noi la grande opera di Dante Ferretti che rappresenta l'Egitto."Quando vedrete il Delta saremo arrivati" la mia voce nelle cuffiette spezza il silenzio dei turisti in fila dietro di me.
Ed eccoci nel corridoio del predinastico a salutare con un sorriso la mummia naturale, delizia dei bambini e raccapriccio di alcune signore.Come una padrona di casa attenta e premurosa presento gli oggetti: palettes cosmetiche, vasi in terracotta, sarcofagi in legno o granito, abiti plissettati quattromila anni fa, corredi tombali via via sempre più complessi e articolati...Ma ecco qualcosa che toglie il fiato ai miei visitatori: gli affreschi della tomba di Iti e Neferu. Lo confesso, li ho visti dal vivo per la prima volta della mia vita il 31 marzo 2015 e ho dovuto asciugarmi le lacrime per l'emozione.I colori, il disegno, i dettagli e l'incisività, sintetica e curata allo stesso tempo, sono davvero indescrivibili e tolgono il fiato.Proseguo attraverso statue, sarcofagi e vasi canopi e, scesa al piano inferiore, sono pronta a far vivere nuove emozioni.La tomba di Kha e Merit è un vero e proprio trasloco da una dimora "patrizia" ad una casa per l'eternità. Letti, sgabelli, pentole, cibo, cosmetici, abiti, mutande (non vorrete mica affrontare la vita eterna senza le mutande, vero?), parrucca, rasoi e unguenti...Sembra davvero di doversi pulire i piedi sullo zerbino ed entrare chiedendo "permesso?".E poi via, attraverso il corridoio dei sarcofagi verso l'epoca tarda e le famosissime mummie delle tre sorelle... ed è ora di scendere nello statuario.Questo è un luogo così magico e suggestivo che merita un racconto a parte. Coppie di statue scortano i visitatori in una passeggiata che presenta i principali faraoni, con imponenti e meravigliose statue, il cui trasporto fu davvero un'impresa.
La luce e la vivacità del bookshop riportano velocemente alla nostra epoca; è come emergere da un sogno, ritornare da un viaggio, un viaggio lungo tremila anni.
Paola Pensotti
Magazine Viaggi
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