Intorno alla parola corruzione è sempre esistito per noi e, immaginiamo per la gente comune, un alone misterioso e oscuro. Ci siamo sempre figurati che il corruttore e il corrotto, dopo essersi assicurati che nessuno ne seguisse i passi furtivi e le movenze simulatrici, finissero per ritrovarsi in anditi scarsamente illuminati, nottetempo, quando la città è deserta e i suoi vicoli muti. Il corruttore porge con rapida mano una busta al corrotto che dapprima si sente in obbligo di respingere l’offerta: Ma no, ma no, sussurra, non voglio che lei si disturbi. Tenga, tenga, insiste l’altro, porterà qualche cioccolatino ai suoi bambini e gli infila a forza la busta in tasca. ( C’è dentro un assegno di dieci milioni?) Poi i due si lasciano senza neppure salutarsi e le loro ombre clandestine si dileguano ben presto nella notte fonda. Questa è letteratura, non lo neghiamo; ma noi abbiamo vissuto lunghi anni associando meccanicamente al termine corruzione i caratteri del caso peccaminoso, isolato e da nascondersi; così, sebbene in questi tempi ci sia toccato di vederne d’ogni colore, siamo rimasti letteralmente sbalorditi quando abbiamo appreso che i petrolieri per corrompere i funzionari politici avevano creato addirittura un centro di raccolta, e per anni e anni la loro corruzione è stata istituzionalizzata, forse con maggiore diligenza di un qualsiasi altro ufficio delle loro aziende. Probabilmente, insieme con l’ ufficio vendite e con l’ ufficio fatture esisteva in molte società petrolifere un vero e proprio ufficio buste e a noi piace immaginare il petroliere X che telefona al suo amico e collega Y: Pronto, ciao. Hai già versato questo mese la tua quota al fondo corruzioni? No? Allora aspettami perché andiamo insieme. Passo a prenderti verso le undici e al suo capo ufficio in piedi dice: Grazie, cavaliere. Questa volta la bustarella la porto io. Lei vada pure. Buon giorno commendatore. Potenza dell’organizzazione. Mentre su queste basi a loro modo perfette si svolgeva una truffa che ha raggiunto ( salvo conguagli in aumento ) duemila miliardi, il fisco ha perduto in pochi anni quindici miliardi che abbiamo compensato noi, che avete compensato voi, lavoratori, pensionati, vecchi bisognosi di una inesistente assistenza, pagando tasse sempre più esose di fronte a un fisco che si lasciava creare uffici sorti apposta per evadere le imposte. Siate almeno contenti di sapere che non si fa il nome di uno che ci abbia governato o ci governi tuttora: ciò vuol dire che, direttamente o indirettamente, sono tutti da spazzare via senza eccezione. 21 gennaio 1981 -Fortebraccio, l’unità-editori riuniti,1985.
DA TINGZHOU A CHANGSHA
A giugno i soldati celesti
attaccano il putrido male,
con corda lunga diecimila piedi
legheranno il leviatano e il roc.
Lungo la riva del Gan
un angolo di terra s’è arrossato,
i soldati hanno lasciato
che se ne occupasse Huang Gonglue.
Un milione di operai e contadini
saltano tutti per la gioia,
conquistato il Jiangxi
come si arrotola una stuoia
attaccano dritti lo Xiang e l’E.
Grave il canto dell’Internazionale
violento uragano per me dal cielo.
-Mao Tse Tung-