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Una piccola cosa buona

Da Lupussinefabula

Certi giorni ho la certezza di essere fortunata, perché nella mia vita ho potuto vedere cose come questa.

Lo scorso autunno, la pianta di cachi nell'orto dei miei genitori, era talmente carica di frutti che, ad un certo punto, un paio di rami si sono spezzati.

Papà e mamma hanno pensato di trasportare i rami in giardino, e di collocarli in alcuni vasi verticalmente, come fossero delle piccole piante ancora vive. L'impressione che davano era proprio quella, tanto più che il colore arancione dei cachi riusciva a scaldare il grigiore invernale predominante.

Giunto ormai gennaio, dato che i frutti sembravano ormai deperiti e non servivano più per ornare il giardino, considerando anche che presto inizieranno i primi lavori per preparare le semine della primavera, i miei genitori hanno pensato di togliere le piante dai vasi e di tagliarle per fare legna; quanto ai cachi, sarebbero finiti nel composter...

Ma mia madre, uscendo un mattino di casa, ha notato una cosa strana: un merlo (o forse un corvo?) era su quei rami spogli a piluccare con il suo becco la polpa di quei frutti.

Così, di comune accordo con mio padre, col sorriso sulle labbra, hanno deciso di non togliere quelle piante, in modo che l'uccellino, che ha un nido su qualche tetto non poco lontano, possa nutrirsi e nutrire forse i suoi piccoli ancora per un po'; almeno finchè non arrivi la primavera.

Sabato sono tornata a casa dei miei, dopo tre settimane, e conoscendo che il loro progetto era quello di 'togliere' quelle piante, ho chiesto spiegazione sul perchè fossero ancora lì; mio padre, con un viso furbo e innocente come quello di un bambino, mi ha spiegato la storia, tutto soddisfatto; e nel pomeriggio di domenica ho potuto osservare anch'io l'avvicinarsi del merlo.

Ho tratto diversi insegnamenti da questo semplice episodio; forse alcuni mi restano ancora impliciti nel cuore e non riesco ad esprimerli; ma un paio ci sono, che vorrei condividere con voi.

In primis il fatto che da qualcosa che si era reputato morto, inservibile, 'da buttare', abbia potuto trarre sostentamento un'altra vita, piccola, insignificante, inimmaginabile, ma pur sempre vita.

In secondo luogo, il modo di pensare dei miei, la loro bontà d'animo, che li ha portati a 'donare' un piccolo spazio del giardino a una vita piccola e indifesa.

L'altra cosa che mi sono detta, indagando il mio comportamento, invece è questa: i miei genitori non si aspettavano un tornaconto, non ci hanno pensato due volte a lasciare quelle piante in giardino; io invece non avrei sacrificato la bellezza del giardino, o magari avrei lasciato i rami, accorgendomi del merlo, ma l'avrei fatto pensando che donare è poi come un boomerang; l'avrei fatto pensando che ogni buona azione ritorna indietro moltiplicata in bene; io l'avrei fatto, ma aspettandomi qualcosa in cambio (non dal merlo, logicamente! ma dalla vita).

Invece loro lo hanno fatto punto e basta, senza chiedere altro, senza pretendere, senza aspettarsi nulla.Con una gioia e un'ingenuità spiazzante.

Forse molti di voi non credono, ma sto continuamente ripensando a questa citazione del Vangelo:

Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro.

No, non voglio far proselitismo, non preoccupatevi; e poi lo so,non mi sono spiegata in modo particolarmente chiaro, e vi chiedo scusa; però dentro me ho una unica certezza: sono fortunata perchè nella mia vita ho potuto assistere a gesti come questo, mentre a molte persone, nei lunghi anni che trascorrono respirando sulla Terra, non è dato mai sapere che gusto abbia una piccola cosa buona.


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