Se ti piace guarda
anche: Basilicata coast to coast, Anni felici
TRAMA
Un prete appena spretato, per ritrovare se stesso e un po' di calma, si rifugia un vecchio faro disabitato di proprietà della sua famiglia, ma presto tutto i parenti verranno a trovarlo e a immischiarlo nei loro problemi.
RECENSIONE
Il cinema di Papaleo
è fatto di sceneallentate,
sospese, trattenute. Il personaggio di Papaleo introduce il film in prima
persona ma poi fa spazio agli altri personaggi che man mano prendono possesso
della scena: sono tutti ben definiti, sopra le righe eppure verosimili, dotati
di umanità. Peccato però che la storia, di per sé gradevole, perfino impegnata
socialmente sul fronte dei diritti, è raccontata senza brio, con i tempi
allentati. Con una fotografia calda e i tempi sospesi del sud l’ambiente pare
impossessarsi di una storia che però, purtroppo non si impone mai sullo
spettatore, perché non riesce a decollare, far ridere, commuovere o riflettere
perché tutto risulta trattenuto. Solo le canzoni, composte per il film, hanno
il tempo di imporsi sullo spettatore: un tempo sprecato ed esagerato, che
andava riservato ad altri momenti del film.
Questo secondo
lungometraggio del regista diBasilicata
coast to coastnon convince dunque
del tutto eppure si lascia guardare quasi con tenerezza, perché Papaleo in
quadruplice veste (regista, sceneggiatore, attore, autore dei testi delle
canzoni e delle melodie) mette passione e impegno e propone un’alternativa alla
commedia di matrice televisiva che invade i nostri cinema.
VOTO: 6-




