La traduzione di un testo, attraverso la sua prosodia, il suo ritmo, la sua significanza, può davvero far dimenticare le differenze linguistiche, culturali, storiche, collocarsi da testo a testo, mostrare l’alterità linguistica, culturale e storica. Buffoni questo lo sa bene e sa anche individuare tutta quella pienezza di tempo che in una poesia si dilata e permette di immergersi nell’acqua primordiale dell’esistenza. Sa anche che non si può spezzare l’unità di significante e significato perché la traduzione non deve nascondere la sua natura perché è come negare l’esistenza stessa dell’originale. Un testo deve essere tradotto nella sua complessità di sistema e il lettore deve sapere che legge una traduzione, altrimenti ignora i valori dell’alterità.
Le parole hanno un senso profondo nella nostra vita perché avvicinano, differenziano, condannano, aiutano a ricordare, a non dimenticare.
Per questo in ogni testo che traduce, Buffoni cerca di scoprire e distinguere l’elemento fondamentale, quello indispensabile, necessario, vitale, quello che da solo costituisce il senso profondo del testo, l’atto originario della sua scrittura. Così facendo ci rivela che il tempo è simile a un fiume ubiquo in cui tutte le apparenze cambiamo e si dissolvono, tutti i livelli si trasformano l’uno nell’altro, tutte le figure muoiono per rinascere con straordinaria naturalezza. E i versi tradotti ci fanno scoprire poche immagini capitali e un nobile candore, una gravità ingenua e senza ostentazioni. Una malinconica serenità che è la dolcezza più profonda e toccante, un desiderio di estasi che è una grazia incantevole in perenne metamorfosi.
Franco Buffoni
Una piccola tabaccheria
Marcos y Marcos
2012