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Una prima vera felicita'

Da Paolob
La primavera aiuta, porca miseria se aiuta.
Dopo l'inverno arriva, inesorabile, a volte in modo violento, a volte in punti di piedi.
Ricordo come se fosse adesso la pagina del mio sussidiario di un qualche anno delle elementari, in cui la primavera veniva rappresentata in un campo a meta' brullo e gelato e meta' gia' fiorito e verde, dopo il suo passaggio. Era una bellissima ragazza - al tempo una donna fatta e finita - dai boccoli biondi e lo sguardo amorevole. Una meraviglia, sembrava un quadro del Botticelli.
Quando l'inverno comincia a dare segni di addormentarsi, quando le nevi tendono a ricongiungersi con la loro madre acqua, quando gli animali assonnati aprono le palpebre per rivedere il sole, anche gli uomini nella loro valle di lacrime tendono a vedere anche i segnali piu' difficili da digerire, con uno sguardo differente.
Nulla si risolve ma tutto diventa piu' 'facile', tutto si ammanta di luce, facendoci uscire - almeno un po' - dal tunnel.
E' bello, per esempio, ricevere sulla posta personale due email da due sconosciute ammiratrici che, dopo che ho ripreso a scrivere su queste pagine, mi salutano con affetto (una anche un po' di piu' dell'affetto, mi ha fatto quasi arrossire...) dicendo che sono mancato loro, e che ora saranno ancora piu' liete di leggermi.
Bello, e forse anche questo e' dovuto alla primavera, che permette a tutto e a tutti di ricominciare.
Un augurio a tutti di ricominciare quello che avete abbandonato, di dimenticare quello che vi ha rattristato nell'inverno, di crogiolarvi nella luce primaverile e nelle buone nuove. E di abbandonare i cattivi pensieri, conservando i bei ricordi.
Pregando la giovane primavera che l'allergia quest'anno mi sia lieve.

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