Un amore che oltrepassa le attese
Sentimentale in costume tratto da un romanzo di Stefan Zweig, Una promessa (presentato a Venezia 70) è l’ultimo film diretto da Patrice Leconte. Un prodotto che fatica a decollare e che fa della sceneggiatura un mero pretesto, finalizzato esclusivamente a mettere in risalto le interpretazioni di Richard Madden, Rebecca Hall e Alan Rickman.
Germania, 1912. Friedrich è un giovane rampante di umili origini. Laureato in chimica viene assunto come segretario in un’acciaieria. Friedrich comprende subito le potenzialità dell’azienda ed è talmente propositivo da impressionare Karl Hoffmeister (il padrone) che, a causa di un problema di cuore, lavora da casa. Di conseguenza lo promuove a segretario personale e gli chiede di vivere a casa sua. Qui Friedrich conosce e si invaghisce della moglie di Karl.
Melodramma che narra un amore che nasce passionale e diventa irrimediabilmente impossibile, Una promessa costruisce un’ambientazione da camera e, nonostante si noti che la sceneggiatura è scarna e apparentemente debole, la pellicola si lascia guardare fino alla fine. Perché Leconte ha le indubbie capacità di mettere in scena personaggi credibili, immersi adeguatamente in un contesto lontano dal nostro tempo e per questo motivo invitante. A frapporsi a Friedrich e Lotte è dapprima la situazione della donna (“felicemente” sposata), mentre successivamente è la guerra a divenire un ostacolo insormontabile.
Pellicola di genere che non si allontana dagli stilemi classici, Una promessa narra la protezione di un sentimento attraverso lo spazio e il tempo. Ed è quella promessa del titolo a divenire reale protagonista di un “triangolo” nel quale l’amore (ridotto in uno stato embrionale) trova il libero sfogo. Tuttavia il film diretto da Leconte non contiene solamente pregi, ma anche difetti. Perché sotto il punto di vista puramente narrativo si nota un’eccessiva decantazione sentimentale, che fa crescere l’attesa, ma che spesso e volentieri perde la direzione.
Leconte invita lo spettatore a osservare e a scrutare con insaziabile voglia, ma probabilmente nel tentativo di rendere il tutto molto sussurrato e giocato sugli sguardi e sull’impossibilità, scade in un manierismo non necessario. Tuttavia il melodramma da camera si consuma, si snoda in tutta la sua carica sentimentale e trova, soprattutto in Madden e Rebecca Hall, gli interpreti più centrati.
Uscita al cinema: 2 ottobre 2014
Voto: ***
