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Una proposta: accelerare i tempi per un nuovo incontro a sinistra
Creato il 09 aprile 2012 da Giuliano @giulianofalcoDa diverso tempo si discute della necessità di porre indiscussione la formazione di un nuovo soggetto politico unitario della sinistraitaliana, giudicando del tutto insufficienti le attuali formazioni presentinell’arena dello scontro: non elenco qui le ragioni per le quali è statoformulato questo giudizio che appare, però, alla luce degli ultimi avvenimentisempre più fondato.
Nel corso di questo dibattito si era assunto un obiettivo:quello di utilizzare la ricorrenza dei 120 anni dalla fondazione del Partitodei Lavoratori, avvenuta a Genova nel 1892 (poi trasformato l’anno successivo,1893, a Reggio Emilia in Partito Socialista) per lanciare l’idea del“ricominciamo da capo”.
E’ indispensabile oggi, almeno a mio giudizio, rilanciarequell’ipotesi e formulare un’ipotesi di tempi adeguata al precipitare deglieventi.
La situazione politica non consente (se mai lo avessepermesso in passato) indugi e attese, anche di adesioni particolarmenteillustri e significative.
Occorre partire adesso.
L’obiettivo da ribadire, nello sviluppo di questainiziativa, è quello di arrivare a proporre – appunto – una nuova soggettivitàpolitica per la sinistra italiana, capace di affondare le radici nelle sue piùimportanti tradizioni storiche, superando divisioni ormai obsolete, recuperandoil perduto respiro internazionale, intrecciando – nei contenuti e nelle forme –le diverse realtà venute avanti con l’evidenziarsi, accanto alla contraddizioneprincipale capitale/lavoro (cui è necessario continuare a riferirsi: tanto piùche questa ha assunto, nelle ultime vicende, un’evidente rinnovata centralità)di contraddizioni post-materialiste e nuove forma di comunicazione e dirichiesta di partecipazione delle quali è assolutamente indispensabile tenerpieno conto.
Su questi argomenti sono state prodotte, comunque, negliultimi tempi fior di riflessioni analitiche, da diverse parti, alle quali – perassolute esigenze di economia del discorso – mi permetto di fare riferimento,limitandovi, a questo punto, a ritornare all’elenco degli interlocutori , moltidei quali sono stati, appunto, capaci di elaborazioni importanti e pregevoliche possono rappresentare la base teorica e di contenuto programmatico diquesta proposta che sto cercando di avanzare.
Le ragioni per le quali appare assolutamente urgenteaccelerare risultano le seguenti:1) Sulpiano europeo, appare diventare sempre più forte e pesante quello che abbiamodefinito “deficit democratico”. Un “deficit democratico” che consente, alleistituzioni monetario-finanziarie dell’Unione, di scaricare completamente icosti della crisi da esse provocata e accompagnata, sui lavoratori. Ciò che staaccadendo in Grecia, in Spagna, in Portogallo, in Italia è la dimostrazioneconcreta di questo dato di fatto. In Italia è necessario essere pronti adaccogliere la possibilità di un collegamento tra tutte le forze che intendonobattersi per l’obiettivo dell’Europa Politica: un obiettivo che, certamente,non è dietro l’angolo ma che, in questa fase, può rappresentare il collante perun’opposizione e un’idea alternativa al monetarismo liberista eanti-democratico che sta dominando la scena del nostro Continente (è evidente,in questo, l’attenzione e l’impegno da porre nelle elezioni francesi etedesche, con l’auspicio di un esito favorevole che potrebbe imprimere unasvolta in positivo):
2) L’ideadel monetarismo liberista anti-democratico si è, in questa fase, saldamenteinstallato al potere in Italia, succedendo a un governo di destra populista eirresponsabile. L’attuale governo sta attuando una feroce politicaanti-popolare, di chiara ispirazione classista, al riguardo della quale nonesiste opposizione adeguata per via della crisi generale del sistema politico.Una crisi verticale che sta assumendo le dimensioni di una vera e propria “cadutalibera” che si situa all’origine della grande situazione di difficoltà delnostro Paese. Alla caduta del governo Berlusconi non si è proceduto, perdiversi motivi compreso quello dell’esistenza di una legge elettorale del tuttoesecrata dalla gran parte dei cittadini, alla conseguente, logica, aperturaimmediata delle urne. Questo fatto ha causato un vero e proprio corto circuitoistituzionale: la “maggioranza” che regge il governo Monti è una “maggioranza”del tutto deleteria ai fini del procedimento democratico, ed è del tuttoirresponsabile da parte del PD continuare a sostenerla, facendo finta di nonaccorgersi dei guasti che si provocano quotidianamente sul tessuto democratico;
3) Nelfrattempo si è evidenziata, con grandissimo rilievo, una nuova fase dell’eterna“questione morale”. Questa volta, però, gli effetti di questa vicenda potrannoessere ben più dirompenti di quella, analoga, verificatasi al tempo di“Tangentopoli”. Questo perché siamo di fronte ad un caso che riguardadirettamente il delicatissimo tema del finanziamento pubblico dei partiti. Dalfronte dell’intero “partito di cartello” (da sinistra a destra, lo scrivo senzaalcun timore di essere tacciato di qualunquismo) si è compiuta una gravissimaviolazione delle regole: si è tentato, riuscendoci, di scambiare i rimborsielettorali con il finanziamento pubblico dei partiti, abolito tramitereferendum nel 1993 (non faccio qui la storia dell’altro referendum in materia,quello del 1978, che meriterebbe comunque un ritorno d’analisi). Su questopunto è necessario ammettere che gli elettori sono stati turlupinati .
4) Personalmente mi ha fatto impressionel’assoluta inadeguatezza delle argomentazioni contenute nell’intervista rilasciatadal segretario del PD, Bersani, apparsa ieri 8 Aprile sul “Corriere dellaSera”, laddove vi si recitava la logorasolfa del “altrimenti arriva il pifferaio con i miliardi”: il problema è che daLusi a Belsito i pifferai con i miliardi hanno ritenuto opportuno alimentare lecasse proprie e dei propri sodali. Altro che l’idea dell’austerità dellapolitica che presiedeva alla proposta originaria di Ugo La Malfa che, nel 1974,pensava attraverso il finanziamento pubblico di fronteggiare la crisi moralederivante dallo scandalo dei petroli. Mi limito, in questo caso, a considerarele cifre a dimensione nazionale, senza conteggiare quelle incassate a livellolocale. Sotto quest’aspetto l’attuale sistema dei partiti farà fatica, se ciriuscirà mai, a recuperare un minimo di credibilità. Renato Mannheimer èarrivato a calcolare, per la prima volta, un potenziale del 50% di astensioni.Eppure la riflessione appare del tutto vacua e un po’ irridente e sisbandierano sondaggi con percentuali, come se appunto l’evidente fenomeno delladisaffezione non esistesse. Su questo punto, della “questione morale” cheriguarda direttamente i partiti e non soltanto – come nel caso classico –l’intreccio “affari/politica” (la novità, se tale potrà essere considerata, èquella che sono i partiti adesso a promuovere affari), è indispensabile porreanche l’accento sulle cifre. Cifre al di fuori da ogni immaginazione, milionidi euro ammonticchiati senza alcun obbligo di resoconto e senza alcun riscontropratico nella realtà. Anche in questo caso non temo il rischio dell’accusa diqualunquismo, ma un blocco immediato nell’erogazione dei fondi e la previsionedi un “taglio “ del tutto drastico dovrebbero rappresentare proposte da portareimmediatamente al tavolo del Presidente della Repubblica, tentando di farloriflettere sulla clamorosa discrasia tra le cifre dei tagli imposti allecondizioni di vita delle cittadine e dei cittadini attraverso le varie manovreda lui caldeggiate e le cifre – assurde, ripeto, del tutto fuori mercato –incassate dai partiti;
5) Ciònonostante i partiti sono indispensabili al funzionamento della democrazia. Edè proprio in base a quest’assunto che mi sono permesso di rivolgere quest’appelload accelerare i tempi nella ricerca, a sinistra, di una nuova capacità diproposta politica. Sono apparsi, in questi giorni, nuovi tentativi: da quelloche riassumo sbrigativamente del “benecomunismo" (incautamente adottato, amio giudizio, dalla redazione del “Manifesto” ma sulle stesse colonneanalizzato criticamente nella dimensione dovuta da un intervento della compagnaRossanda) e altre ipotesi del tipo di quella di un rinnovato “partito deisindaci”, del resto già abbondantemente fallito in passato. Si tratta diipotesi che hanno in sé, al di là della negativa matrice meramente“movimentista” in conseguenza della quale finisce con lo sparire la realtà delconflitto sociale, una richiesta urgente di partecipazione dal basso che deveessere raccolta e portata avanti positivamente, ma ponendo nuovamente il temadi cosa deve essere oggi una formazione politica di massa.
6) Inconseguenza sono tre i temi che mi permetto di sottoporre alla vostraattenzione: Europa politica, opposizione e alternativa al liberismo, nuovaforma politica in grado di fronteggiare l’evidente e clamorosa crisi delsistema dei partiti in Italia. Temi da affrontare con un grande dibattitounitario, prefiggendosi l’obiettivo di costruire un soggetto politico adeguatoal livello dello scontro, con una forte livello di partecipazione e diinterscambio culturale tra soggetti diversi posti nella condizione diriconoscersi e di lavorare assieme.
Grazie per l’attenzioneSavona, li 9 aprile 2012 Franco Astengo
P.S. Se qualcuno dei destinatari, giudicando interessantigli argomenti qui sostenuti, volesse allargare la cerchia degli interlocutoriavrà il mio sentito ringraziamento.
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