Magazine Diario personale

Una ragione per vivere…

Creato il 11 ottobre 2012 da Paperottolo37 @RecensioniLibra

Ciao a tutti voi carissimisssssssssssimisssssssssssssimi amici miei…!!!

Ben ritrovati a tutti voi!!! ^___^

Oggi continuo l’abitudine degli incontri anticipati al pomeriggio, anche perchè stasera mi aspetta la settimanale lezione di inglese.

Oggi, approfittando del fatto che è stato assegnato l’annuale Premio Nobel per la Letteratura, voglio raccontarvi una “Storia di Libri” che riguarda uno dei nomi che, ormai da lustri, circola negli ambienti dell’Accademia di Svezia come uno dei papabili, ma mai abbastanza finora (!!!), vincitori del Premio Nobel per la Letteratura, vale a dire Philip Roth.

Chi mi conosce e segue da più tempo sa che io non sono propriamente un fan sfegatato di Philip Roth ciononostante, di quando in quando, trovando, in giro per la Rete, citazioni di romanzi o raccolte di racconti di Roth, mi lascio incuriosire.

Stavolta le cose si sono svolte in questo modo: giorni fa, lunedì forse, mi è arrivata la quotidiana email del “Consiglio del Giorno” di Amazon.it inerente un ebook Kindle distribuito a prezzi da ultrasvendita per 24 ore.

Quel giorno l’offerta del giorno era su “Il teatro di Sabbath” di Philip Roth.

Leggendo la trama del libro mi sono fatto ingolosire ma non essendo, come ho detto, un fan sfegatato di Philip Roth ho deciso che, prima di acquistare l’ebook avrei cercato una copia cartacea presso la nostra Augusta Biblioteca Cittadina.

Se poi, come supponevo, il libro mi fosse piaciuto mi sarei acquistato anche l’ebook.

E così, detto fatto, ho cercato e trovato “Il teatro di Sabbath” in biblioteca e ieri sono andato a ritirarlo e ho cominciato a leggerlo.

E devo dire che, finora, il libro mi sta piacendo un sacco confermando la regola che non sempre il fatto che un autore non sia nove volte su dieci nelle mie corde, come si suol dire, comporta per forza il fatto che un libro ogni tanto non possa piacermi.

Venendo al libro devo farvi una confessione…

Come non faccio mai, o quasi mai, sono andato a sbirciare il finale, l’explicit come viene chiamato in gergo tecnico, del romanzo e sono rimasto stregato, assolutamente stregato, dalla parte finale del libro.

Il protagonista, Mickey Sabbath, ex burattinaio, pensionato più da una forma di artrite deformante che dall’età, e libertino alla massima potenza e oltre, non so ancora bene a seguito di quali accadimenti, viene abbandonato in un bosco in primavera.

Riflettendo sul fatto che nessuno ormai può più ucciderlo salvo lui stesso Roth conclude: “E lui non poteva. Non riusciva a morire. Come faceva a rinunciare? Ad andarsene? Tutto ciò che detestava era qui.

Non male come paradossale ragione per vivere, vero???

Bene…!!!

Ed anche per oggi siamo ormai giunti al termine…

Concedetemi ancora solamente pochi istanti per poter ringraziare tutte e tutti voi per la pazienza e la cortesissima attenzione che avete nuovamente deciso di dedicarmi e prima che abbia potuto rinnovarvi l’appuntamento con la nostra prossima “Storiella da Blog”…!!! ^___^

Sempre qui tra queste pagine…

E sempre che a voi continui a far piacere seguirmi e leggermi…!!! ^_______^

Per ora vi saluto augurandovi uno splendido pomeriggio, una altrettanto splendida serata, una serena notte ed un fantastico venerdì…!!! ^______^

Riccardo



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