Un gruppo di ricercatori ha utilizzato i telescopi hawaiani Keck I e Keck II per studiare nel dettaglio questa nana bruna di classe spettrale T. La ricerca è andata avanti per 17 anni e gli studiosi hanno utilizzato diversi strumenti, come l'HIRES e l'NIRC2. I dati sono un punto di riferimento per lo studio di oggetti con masse che si trovano tra quelle delle stelle e quelle dei pianeti.
di Eleonora FerroniImmagine di una rara nana bruna scattata dall’Osservatorio Keck. Crediti: CREPP ET AL. 2014, APJ
È da considerarsi un importante traguardo quello raggiunto da un team di ricercatori dell’Università di Notre Dame che ha scattato una foto a un rarissimo tipo di nana bruna, che può servire come punto di riferimento per lo studio di oggetti con masse che si trovano tra quelle delle stelle e quelle dei pianeti. HD 19467 B è stata fotografata dai telescopi Keck, sulla sommità del vulcano Mauna Kea, nelle isole Hawaii.
I primi dati sono arrivati dalla survey TRENDS (TaRgetting bENchmark-objects with Doppler Spectroscopy) che usa ottiche adattive per contrastare l’effetto dell’atmosfera terrestre e per rilevare oggetti più antichi e deboli in orbita attorno a stelle vicine a noi. Misurazioni più precise, però, sono state effettuate all’Osservatorio Keck.
Le nane brune emettono una luce molto debole e fioca perché non brucia più idrogeno e si raffredda rapidamente. HD 19467 B è una nana bruna della classe spettrale T: le principali classi di questa tipologia di stella sono M, L, T e Y, dove quelle di classe M sono le più calde e quelle di classe Y le più fredde. Si tratta della compagna più debole (100.000 volte più fioca) e fredda di una vicina stella simile al Sole. I dati precisi della sua velocità radiale sono stati ottenuti grazie a HIRES (High Resolution Echelle Spectrometer), il più più grande e più complesso degli strumenti principali del telescopio I di Keck, che misura l’intensità di ogni colore dello spettro di luce di un oggetto. La scoperta e lo studio, documentato su Astrophysical Journal, hanno necessitato ben 17 anni di ricerca, dal 1996. Le osservazioni mostrano un’accelerazione a lungo termine, che indica che il compagno di piccola massa era attratto alla stella madre. Altre immagini sono state scattate nel 2013 con NIRC2 (Near Infrared Camera), uno strumento, montato sul secondo telescopio, così sensibile da riuscire (se fosse possibile) a rilevare la fiamma di una candela sulla Luna.
“Questo oggetto è molto antico e freddo. Continuando con le osservazioni follow-up potremo usare questa stella come laboratorio per testare diversi modelli atmosferici”, ha detto Justin R. Crepp, primo autore dello studio. “Se siamo fortunati riusciremo anche a scattare immagini dirette di pianeti simili alla Terra. Poi, dallo spettro di luce, potremmo anche essere in grado di dire con certezza da cosa è composto il pianeta, la sua massa, il raggio, l’età e altro proprietà fisiche”.
Per saperne di più:
Leggi l’articolo su Astrophysical Journal: “The TRENDS High-Contrast Imaging Survey. V. Discovery of an Old and Cold Benchmark T-dwarf Orbiting the Nearby G-star HD 19467“, di Justin R. Crepp et al.
Fonte: Media INAF | Scritto da Eleonora Ferroni