Magazine Psicologia

Una risata ci salverà

Da Renzo Zambello

di  Renzo Zambello

Una risata ci salverà
Un po’ di anni fa, venne da me una signora in uno stato di agitazione psicofisica. Ricordo che riempì i 50 minuti della seduta di un racconto continuo, intervallato solo da singhiozzi che mi impedivano in ogni modo di poter dire una parola. Alla fine dei 50 minuti fui solo capace, come un vigile, di alzare la mano e dire: signora è finito, ci vediamo fra una settimana.

Quando uscì mi sentii come un pungiball . Nella seduta successiva si ripeté la stessa situazione con l’aggravante che non c’è stato neanche il bisogno di fare le presentazioni , la campanella suonò appena si sedette e non smise fino a quando, stremato alzai il braccio: “Big Ben ha detto stop”.

La signora aveva una forza fisica notevole, e le sedute non sembravano proprio stancarla, anzi alla quinta aveva a mio avviso aumentato la sua energia e temevo alla fine di non avere neanche più la forza per alzare il braccio. Decisi così di mandarla da un collega psichiatra ponendo a lui una semplice domanda: c’è la possibilità di lavorare o, è meglio proporre una soluzione farmacologica?

Il collega, uomo saggio e  di grande esperienza mi mandò un bigliettino di risposta: sarà dura ma è dotata di autoironia, è possibile che tu ce la faccia.

Infatti è’ stata dura ma, la signora ora lavora come Operatore Sanitario Olistico. Usa molto il corpo, fa massaggi, riflessologia ma, soprattutto, ascolta molto chi si rivolge a lei. Sono convinto che aiuta realmente chi le chiede aiuto.

Perché vi racconto questo? Perché secondo me, in questo caso sono avvenute alcune cose importanti per il lavoro che faccio. La prima: nonostante lo stato di agitazione emotiva, la confusione psicofisica, nella signora, non tutto si era confuso. C’era ancora una parte solida, ben strutturata dentro di sé che poteva esprimersi attraverso l’autoironia, il motto di spirito di freudiano. Sappiamo che secondo Freud, il motto di spirito segue le leggi del sogno, ci permette di esprimere pubblicamente fantasie e pulsioni sessuali, attenuandole e mascherandole attraverso il complesso codice dei processi primari che sono: analogia, condensazione o metafora, spostamento , equivalenza degli opposti, e così via. L’ironia, il sorriso, il motto di spirito, meglio la risata (di pancia) sono mezzi attraverso i quali da una parte liberiamo energia, dall’altra stimoliamo  l’energia bloccata  negli altri, entrando con loro in contatto e “godendo” assieme. Bellissimo! Un modo semplice, elementare per vivere una esperienza orgiastica, liberatoria. So bene che ultimamente queste teorie di Freud sono state contestate alludendo al fatto che non viviamo più in una società sessuofoba e che quindi questi meccanismi primari non sono più né necessari, né veri. Stupidaggini, non c’è modo migliore per attivare questi meccanismi che vivere in un’apparente libertà sessuale. Ma di questo ne parleremo in un altro momento. Mi interessa invece tornare dalla mia paziente, la quale diventata più capace di fronteggiare la sua istintualità , di  mettere degli argini al suo inconscio, fa comunque i conti con i suoi bisogni primari; non è certo un caso che abbia trovato il modo di realizzarsi facendo massaggi, utilizzando cioè il corpo. Ci sono ancora elementi nevrotici? Si, forse ma che importa. L’importante è che non si faccia totalmente pervadere dal suoi impulsi.

Alla signora debbo momenti, in seduta, veramente piacevoli. Era bello stare con lei e per la verità le ho sempre riconosciuto una intelligenza superiore ma, mi chiedo: l’autoironia non è già un segno certo di intelligenza?

Mi piacerebbe ora ricordare gli studi fatti sulla relazione del sistema imunitario, la possibilità di guarigione e la risata, ma preferisco fermarmi qui e invitarvi tutti a sorridere, a proporci all’inizio del nuovo anno di cercare di ridere. Sono sempre più convinto che una risata ci salverà.


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