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Una rotonda sul nulla

Creato il 30 settembre 2013 da Mir Gorizia @Ettore_Ribaudo

http://ribaudo-ettore.it/wp-content/uploads/2013/09/unarotondasulmare.mp3Ma come mai nel nostro Paese si è arrivati a costruire rotonde anche di soli 5 metri di diametro? Il motivo è presto spiegato dal momento che qualcuno evidentemente ci guadagna a far sorgere un numero spropositato di rotatorie. Gli architetti per esempio gonfiano l’importo della loro parcella arricchendo frequentemente le rotonde con fontane, scogli e statue tanto che si è arrivati a costruire rotonde da più di 300.000 euro, quando invece ne basterebbero 30.000 per realizzarne una a regola d’arte.
Le norme per realizzare le rotonde ci sono anche in Italia, sono molto precise e hanno l’obiettivo di evitare incidenti mentre a volte le rotatorie sembrano essere costruite proprio allo scopo contrario. Le rotonde possono ridurre il numero degli incidenti, ma devono essere costruite a regola d’arte, rispettando alla lettera le norme internazionali vigenti.
Negli ultimi due anni le rotonde sono cresciute a dismisura, in numero, in tipologie, in invenzioni. E, c’era da scommetterci, in espressioni più o meno artistiche del genio italico e della mai sopita voglia di anarchia. Non so se ve ne siete accorti, ma nel 2007, nonostante il piagnisteo di alcuni sindaci sulla riduzione degli introiti destinati dall’Erario centrale alle casse comunali,  le rotonde sembrano l’investimento più importante dei Comuni, il fiore all’occhiello di molti assessori.
Si possono ordinare rotonde con ulivi secolari in segno di pace o per sottolineare la vocazione di “paese denuclearizzato” che campeggia ancora all’ingresso, o rotonde con palizzate tipo Far-West se gli assessori amano giocare a far la guerra agl’indiani. Basta recarsi ad una delle tante mostre di arredo urbano per scoprire che c’è un’Italia minore (o maggiore?) che in pochissimi anni si è specializzata nel fabbricare rotonde. E un’altra Italia, fatta di decine e decine di ditte private che prosperano nell’humus degli appalti pubblici, ammanigliate col personale di uffici tecnici comunali, legate a funzionari amministrativi, pronte a vendere il progetto specifico. Con tutti gli annessi e connessi.
Quale può essere la motivazione che spinge amministrazioni che sono tra l’altro sempre più col culo per terra a realizzare in ogni dove costosissime rotatorie per poi beccarsi le multe per errata segnaletica e/o progettazione?
Secondo me, molto banalmente e semplicemente i rapporti che legano gli amministratori con l’impresa che realizza l’opera oppure con la ditta che utilizzerà la rotatoria per farsi pubblicità e, forse le mazzette che corrono sottobanco. Non vedo altra spiegazione ad opere onerose e spesso realizzate nel deserto. Voi ne vedete altre?
Ho voluto fare questa piccola premessa perché a seguito dell’articolo di oggi sulla rotonda Saldarini a Cormons mi sorgono alcune domande:

1) perché quando ne ho parlato mesi fa in trasmissione a TPN una persona della giunta mi ha detto che sbagliavo, mentre adesso loro si stracciano le vesti?
2) perché gli amministratori del Comune non si sono battuti prima che venisse realizzata ovvero quando era in costruzione?
3) se la rotonda serve a fluidificare il traffico e mettere in sicurezza il territorio, perché bisogna mettere i segnali di pericolo; non era meglio non spendere questi soldi?
4) perché è stata progettata/costruita senza tenere conto della Legge vigente?

Per certi lavoretti pubblici, come a scuola, basterebbe copiare il giusto e correggersi.
Chissà se stavolta il Comune manda qualcuno con un po’ di “bianchetto” a FVG Strade.


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