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Una scritta vandalica enorme sulle Mura Aureliane. Monumenti deturpati da centri sociali impuniti. La storia della scritta "Ciao Antò" a San Lorenzo

Creato il 22 gennaio 2015 da Romafaschifo





Pensate a quante associazioni, realtà, gruppi, partiti politici perdono in circostanze drammatiche dei componenti. Immaginatevi se ogni volta si debba celebrare la dipartita con una scritta gigantesca di saluto su un monumento di primaria importanza. Colosseo, Arco di Costantino, Pantheon. Dovunque. 

Questo è quello che hanno fatto i personaggi del centro sociale Acrobax, confermando il contesto al di là della legge, al di là della logica e soprattutto al di là del buon senso in cui queste realtà operano a Roma. Completamente impunite e padrone del territorio.

Acrobax ha perso un componente, Antonio Salerno Piccinino, e dal giorno della morte di questo ragazzo si è appropriata di un pezzo di Mura Aurealiane - uno dei principali monumenti di tutta la romanità - a San Lorenzo per salutare Antonio. Di tanto in tanto rinverdiscono la tradizione ripittando. La Soprintendenza, la stessa che blocca ogni arredo urbano anti sosta selvaggia o che dice no alla realizzazione di linee tranviarie, per dire, non apre bocca. Nessuno va a pulire, a restaurare, a multare chi lo fa. Imbrattano, e si vantano su Facebook da dove sono prese queste foto.

Il povero Antonio morì nel traffico, forse perché andava troppo forte con il suo motorino. I suoi compagni arrivano però anche a strumentalizzarne la morte e addebitano il decesso di questo ragazzo al suo lavoro precario. E va be, prendiamo per buono. Ma a Roma c'è precariato, c'è disoccupazione e c'è povertà anche perché questa città, che è di gran lunga la più bella d'Europa, non riesce a trasformare in ricchezza e opportunità la sua bellezza. A Roma c'è precariato anche perché dei prepotenti, dei fascistelli, dei coattoni come i frequentatori di questi centri sociali hanno la libertà, totalmente impuniti, di imbrattare uno dei monumenti principali della città. Questo è ciò che porta disagio, questo è ciò che porta povertà.
Ormai a Roma sono solo due le entità che imbrattano i muri con scritte gigantesche. I centri sociali di sinistra e i centri sociali di destra. Li fermiamo? O aspettiamo che passino ad altri monumenti?

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