di Iannozzi Giuseppe
Intelligente come la morte
arrampicatore sociale
un altro lager sporcato di rossetto
Un vento di baci dell’addio sui cadaveri
Ma più crudele è la tua voce:
il silenzio non sa spiegare la crudeltà
Una gola di fumo il tuo berciare
simile ad un Faust in minigonna,
hai detto che è stato necessario
Violentate le tue vittime, amante necrofila,
sono ora trofei in casa del Duce:
le grida della copulazione
nelle lenzuola insanguinate si perdono
Cosa c’è oltre il filo spinato?
Oltre la cortina di gas?
C’è la morte e non ti somiglia,
lei così pavida a tuo confronto,
ha il buon gusto di non vestirsi di nudità
Quel treno sbuffa lamenti nel pigia-pigia
Fa solo progetti al passato su foto sbiadite dal tempo
Quella disco trasuda sesso nel pigia-pigia
Una sveltina nella toilette delle Signore,
oh Signore!
Come si può permettere tutto questo?
Arrampicatore sociale in gonnella,
non hai proprio gusto:
più della morte, più delle tue labbra,
spaventa come ti agiti sulla pista da ballo?
Questo l’ultimo moderno lager
Metti una sera al Lager, suonano la tua canzone:
che incontro romantico nel tuo corpo assassino,
ermafrodito, ieri uomo, ieri donna, oggi ancora donna!