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Sono stata al concerto di Erykah Badu.
Avanti, andiamo con un bel “Chiii?” di gruppo.
Fatto?
Bene, dicevo, sono stata al concerto di Erykah Badu, cantante soul dalle spiccate doti vocali e l’indiscusso charme, nonché gran tocco di gnocca (come giustamente faceva notare il tizio dietro di me, intervallando gli apprezzamenti all’artista con un “Aprite i cancelli” indirizzato agli uomini della sicurezza incaricati di tener ben separati noi degli spalti, medio paganti, dalla platea dei molto paganti).
E insomma, dopo aver infranto le leggi del decoro milanese con un aperitivo nel cuore della Milano Bene in leggings e scarpa da tennis (dove la più sciatta – esclusa me – vantava un cattivo abbinamento tra il pitonato della borsetta e quello del sandalo Prada), mi sono ritrovata immersa in un’atmosfera da sogno, in pieno Milano Jazzin Festival, totalmente stregata dalla voce di questa donna, sconosciuta ai più che frequento.
E nei giorni scorsi mi sono divertita a catalogare le reazioni: il 50% di amici e conoscenti si è dichiarato entusiasta per me; di questi il 90% non sapeva di chi stessimo parlando; il 30% è rimasto perplesso e/o indifferente; il restante 20%, mi ha chiesto: “Ma non sei già stata di recente ad un concerto?“.
E qui devo ammettere che la mente ha vacillato. Ho pensato: davvero una cosa esclude l’altra? Tipo, ho esaurito il mio bonus di attività marmocchio free e mo’ basta? In poche parole: mi sto forse allargando?
Voglio dire, sono una mamma. Non dovrei soddisfare la mia sete di conoscenza e divertimento leggendo Brazelton, frequentando gruppi di eco-mamme e attendendo con spasmodica impazienza l’annuale appuntamento con la Fiera del Bimbo?
Bene, l’altra sera ho avuto la conferma che no, non credo dovrei. E lancio ufficialmente un appello anche a voi: non fatelo! , Ne avevo già parlato qui, e anche qui, però ci tengo a precisarlo: avete bisogno di tempo solo vostro? prendetevelo! c’è una cosa che non fate da prima della gravidanza e ora vi manca da morire? affidate il piccolo a qualcuno e fatela! avete una passione? coltivatela, qualunque essa sia.
Con questo non voglio certo istigare le neo mamme a lasciare il pupo a casa per andare a ballare la lap dance (a meno che non sia proprio questa la vostra passione). Dico solo che avere un marmocchio mette in ogni caso la vostra vita in stand by per qualche tempo. Sta a voi capire quando siete pronte a schiacciare nuovamente il tasto play.
Non c’è nulla di male.
E sapete, non è che dobbiate necessariamente aspettare l’occasione universalmente riconosciuta come importante. Quello che conta è quanto è importante per voi.
Ad esempio, ora potrei wiki-linkarvi la biografia della Badu, ammorbarvi con la sua discografia o illustrarvene le incredibili doti vocali. Potrei dirvi che sì, si è presentata sul palco con 45 minuti di ritardo e col suo tipico passo “relax-peace-&-love” (chè va bene per peace e per love, ma il relax, qui a Milano, risulta non pervenuto ormai da decenni). E che però sei secondi dopo che ha iniziato a cantare le avevamo già perdonato tutto.
Ma non è questo che conta. Perchè ad di là del suo curriculum, la verità è che lei è stata un po’ la colonna sonora della mia adolescenza, la voce che era lì con me quando ballavo, sognavo e mi innamoravo. Quel che conta è quanto conta per me!
Sarà per questo, sarà per i ricordi o per l’incredibile intensità della sua voce, ma sono stata colta da un attacco di pelle d’oca permanente, che tutt’ora, se ci ripenso, fatica a passare. E volevo semplicemente condividerlo con voi…