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Una serra marziana

Creato il 09 maggio 2014 da Media Inaf
Elaborazione del Mars Plant Experiment sul pianeta rosso. Crediti: Chris McKay and the MPX Proposal Team

Elaborazione del Mars Plant Experiment sul pianeta rosso. Crediti: Chris McKay and the MPX Proposal Team

Rendere verde la superficie del pianeta rosso. Ecco l’ultima, curiosa sfida lanciata dalla NASA, che in meno di un decennio vuole far crescere rigogliose piantine su Marte.

L’obiettivo ha già un nome in codice, MPX, che sta per Mars Plant Experiment, e ha come traguardo il 2021.  Data in cui dovrebbe avvenire la “colonizzazione del suolo marziano”, come hanno detto i responsabili del progetto.

E proprio la capacità di far sopravvivere organismi vegetali su un atro pianeta potrebbe essere la chiave per la sua conquista. È quanto afferma Heather Smith, leader di MPX: “Sarebbe il primo passo per creare una base su Marte sostenibile e a lungo termine. Mandiamo i semi e li guardiamo crescere”.

Ma la preparazione per spedire un pacchetto di semi nello spazio e sperare che germoglino non è uno scherzo. I ricercatori della NASA stanno lavorando alla progettazione di una serra altamente tecnologica, che viaggerà a bordo del prossimo rover diretto su Marte.

Quindi nessun buco sul suolo marziano: l’esperimento sarà completamente auto-contenuto, nel senso che la serra farà tutto da sé.

Per questo riceverà un trattamento di riguardo: al prezioso carico di semi sarà riservato un posto su uno dei cosiddetti CubeSat, i mini-satelliti che negli ultimi anni la NASA ha spedito nello spazio a bordo dei razzi. Questa scatola magica conterrà circa 200 semi di Arabidopsis, una piccola pianta fiorita comunemente utilizzata nella ricerca scientifica.

I semi saranno adeguatamente innaffiati non appena il rover toccherà il suolo marziano. Tempo di crescita precisto: due settimane.

“In quindici giorni, avremo una piccola serra su Marte” commenta Smith. E aggiunge che MPX condurrà dei test organici sull’ambiente marziano, in modo da capire come forme di vita terrestri si comportano ad alti livelli di radiazione (circa il 40% più forti rispetto al nostro pianeta).

“Da questo semplice esperimento, arriveremo a una base sostenibile di serre su Marte” conclude Smith. “Questo sarà l’obiettivo finale”. Obiettivo che per la NASA sembra essere davvero prioritario, a giudicare dai fondi investiti in progetti simili. Come il recentissimo Veg-01, che nei prossimi mesi proverà a far crescere germogli di lattuga sulla Stazione Spaziale Internazionale.

Fonte: Media INAF | Scritto da Giulia Bonelli


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