Un giorno di gogna non fa male a nessuno. Come dicono i filosofi più in gamba, è tutta esperienza. Su GIORNALETTISMO.COM
GEORGE SOROS 13/08/2012 György Schwartz nacque, si può dire, col desiderio vivissimo di piacere al mondo. Così imparò a mettere in tutto quel che faceva, chiacchierare, lavorare, fare affari, brigare, mangiare, dormire, scoreggiare, una certa grazia sostenuta e vistosa, emblematica dell’uomo superiore e disinteressato che partecipa di necessità, ma responsabilmente, alle cose del mondo. Giunto ricco, saggio, di consigli prodigo e ostentatamente felice all’ottantaduesimo anno di età, questo sussiegoso piacione ha deciso di divorziare dalla sua accortezza annunciando le sue prossime nozze con la quarantenne Tamiko Bolton. No, non è la badante del nonnetto, né la sua mantenuta: è la sua «much younger girlfriend», come si usa dire quando questi casi pietosi interessano una razza di magnati munifica ed illuminata, umanamente agli antipodi di quella berlusconiana.
IL TELEGIORNALE 14/08/2012 MEZZOBUSTO: «Buonasera, buonasera a tutti. Benvenuti, benvenuti a questa nuova edizione del telegiornale. Lo avete sentito nel nostro sommario: è stata una giornata piena di fatti importanti, dal precipitare della situazione in medio oriente all’ondata di calore africano che ha colpito improvvisamente gran parte della penisola, tutte cose di cui daremo conto nel corso di questo densissimo telegiornale. Per cui procediamo immediatamente senza dilungarci ulteriormente. Ma andiamo, andiamo con ordine. Perché oggi a tenere banco, come sapete ormai tutti, e come hanno potuto sentire nel sommario i pochi che non ne fossero ancora a conoscenza, appunto, c’è la notizia del giorno. Una notizia bomba, lo si può veramente dire, una vicenda di cui parlano tutti, e che sta già provocando una specie di dibattito nazionale, fino ai massimi vertici istituzionali. Ma prima di collegarci al più presto coi nostri corrispondenti dai luoghi della vicenda e dalla capitale per le prime reazioni degli ambienti politici, cerchiamo di ricostruire rapidamente le fasi di questa terribile storia che ha sconvolto, ripetiamo, tutti gli italiani, in un servizio preparato dalla nostra redazione, che come potete immaginare si è messa febbrilmente al lavoro non appena le agenzie hanno battuto, appunto, questa sconvolgente notizia. Dicevamo appunto di un fatto che ha scosso l’opinione pubblica, e dobbiamo registrare a questo proposito l’intervento del presidente della repubblica, che ha voluto far sentire la sua voce in merito ad un fatto così drammatico. Lo manderemo in onda nella sua integralità più tardi durante il telegiornale, insieme ad un commento del direttore. Ma intanto procediamo immediatamente ad una ricostruzione dei fatti essenziali e accertati di una storia che tuttavia, lo diciamo subito, conserva ancora degli aspetti non interamente chiariti, per non dire inquietanti, e sui quali la magistratura si sta già muovendo, come vedremo in seguito in un servizio apposito. La notizia, va sottolineato, ha varcato anche i confini nazionali. Per darvi un’idea del suo impatto, pensate che, ad esempio, è stata la notizia d’apertura del telegiornale di TF1, il più seguito canale transalpino. Ma passiamo dunque immediatamente, senza perder tempo, ai particolari della vicenda, non prima di ricordarvi che questa sera alle 22.30 andrà in onda una puntata speciale del nostro consueto programma di approfondimento condotto dal direttore, con un parterre, possiamo già anticiparvelo con sicurezza, di ospiti importanti, tra i quali il ministro degli interni, che illustrerà la posizione del governo su una vicenda che potrebbe ancora nascondere sviluppi imprevedibili. Ma naturalmente c’è soprattutto lo sconcerto legittimo dei cittadini. E il sentimento è unanime, da nord a sud, come potrete constatare voi stessi dalle interviste che abbiamo raccolto nelle strade delle principali città italiane. Ma adesso, come vi avevamo promesso, è il momento della ricostruzione dei fatti nel servizio della nostra redazione. Subito dopo ci collegheremo col nostro corrispondente sul posto per gli ultimi aggiornamenti sulla vicenda, e a seguire un collegamento con la capitale per le reazioni politiche. Andiamo dunque senza indugio col servizio. E poi, come detto, con i collegamenti sul posto e dalla capitale. Andiamo dunque.» SERVIZIO: «E’ una vicenda che ha sconvolto tutto il paese, da nord a sud, e i cui contorni non sono ancora perfettamente chiari. Su quel che è rimasto in ombra indagherà la magistratura, ma è certo che essa avrà dei riflessi politici, di cui al momento è difficile misurare l’importanza. E in ogni caso bisognerà pur dare una risposta allo sconcerto dei cittadini. Di quest’esigenza si è fatto immediatamente interprete il presidente della repubblica nel suo intervento di questa sera. Ma andiamo ai fatti, anche se l’asciutta precisione del cronista non sarà mai sufficiente a descrivere l’orrore intero di quanto è successo. I residenti non hanno voglia di parlare. Tutti si sono chiusi in un riserbo che non è affatto omertoso. E’ una dolorosa perplessità, che chiede risposte come tutti noi, ed insieme a tutti noi. Ecco, guardate queste immagini che sono state girate qualche ora fa. Danno da sole il senso di sgomento che si è impadronito di tutti gli italiani quando la notizia è piombata nelle loro case. E’ importante sottolinearlo, prima di addentrarci nella nuda cronaca. L’Italia è oggi un paese che chiede verità. La chiede alla giustizia e alle istituzioni…»
MARTA DASSU’ 16/08/2012 Lo dico da un anno: con la risoluzione sulla no-fly zone in Libia, ossia col semaforo verde dato alla caccia grossa a Gheddafi, l’Occidente si è giocata una volta per sempre, in un’impresa piuttosto vergognosa e per un risultato miserrimo, la carta della forzatura e della presa in giro nei confronti degli emergenti colossi del globo. Vedo che adesso ci sta arrivando anche il nostro sottosegretario agli esteri. Ci è voluto, però, un incontro ad alto livello ad Aspen sulla crisi siriana tra americani, europei e cinesi, sennò col piffero che la signora si arrischiava a scriverlo al direttore de La Stampa. La nota ha il sapore di una preziosa rivelazione, riservata a chi ha grandi entrature nel mondo della diplomazia mondiale, che faremmo bene ad apprezzare quel tanto sufficiente, diciamo, a dimenticare le topiche del recente passato. Scrive il sottosegretario: «Il problema, hanno ricordato ad Aspen gli interlocutori cinesi, è che questo tipo di attivismo può finire per scivolare verso una sequenza “libica”: da un intervento iniziale limitato – e che Pechino non aveva ostacolato a New York – a una vera e propria guerra. Per la Cina, il precedente negativo è la Libia. Se oggi Pechino è iperprudente sul caso siriano, lo è per ragioni diverse da Mosca: non per esercitare una sua ultima chance di influenza in Medio Oriente, ma perché si è sentita in qualche modo “beffata”, sul caso libico, in Consiglio di sicurezza.» E sbaglia di nuovo il sottosegretario, perché per la Russia, e per Putin in particolare, vale lo stesso discorso dei cinesi. Russia e Cina la portata del precedente libico l’hanno sentita tutta ancor prima con l’istinto che con la ragione. Leggere la politica estera con la sola logica degli interessi è un esercizio ottuso. E se proprio lo si vuol fare, lo si faccia almeno guardando al di là delle sfere d’influenza regionali, visto che di colossi parliamo.
IL TOP PLAYER 17/08/2012 Non solo in Italia, ma soprattutto in Italia, il calciomercato ha scalzato il calcio giocato dal più alto gradino del podio delle passioni del tifoso militante. Le gazzette sportive hanno pensato bene di andare a rimorchio di questo deficiente, che esse stesse hanno peraltro così magnificamente dirozzato. Risultato: il calcio virtuale ha gettato nell’ombra il calcio reale, quello dei punti, dei trofei, dei secondi posti, dei terzi posti, delle promozioni, delle salvezze, del gioco. Il «top player», il tormentone dell’estate calcistica, è un prodotto derivato della calciomercatizzazione del calcio. Il «top player» sta al circo mediatico-calcistico come «la trattativa» sta a quello mediatico-giudiziario: tutti ne parlano ma nessuno sa bene cosa sia. Il «top player» dovrebbe essere, in teoria, il giocatore di classe superiore e provata che fa fare il salto di qualità alla squadra che lo ingaggia, ma di regola uno su due di questi fuoriclasse nel giro di un anno finisce malinconicamente nel parco schiappe della squadra, dimenticato da tutti, in attesa di finire a conguaglio di qualche operazione di mercato. Non si sa bene perché, ma tutti i club italiani di un certo rango se ne sono incapricciati e hanno promesso alla tifoseria un proprio «top player». Dopo un po’ sono andati a sbattere contro la potenza di fuoco dei maggiori club europei, specie di quelli foraggiati dagli sceicchi. Cosicché hanno pensato ad una svalutazione competitiva. No, non della moneta. Del «top player». Il calciomercato è stato inflazionato da montagne di «top players» mai sentiti prima. Perciò la promessa sarà mantenuta, ed ognuno di questi club avrà nella rosa, vivaddio, il suo bravo Carneadinho.
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