Un giorno di gogna non fa male a nessuno. Come dicono i filosofi più in gamba, è tutta esperienza. Su GIORNALETTISMO.COM
GUIDO ROSSI 15/10/2012 Quest’anno il Nobel per la Pace è stato assegnato all’Europa. La cosa in fondo non ha fatto molto rumore. Alle stravaganze del comitato norvegese guardiamo ormai con indifferenza. La prova è che in questo stesso momento non ricordo chi vinse il premio l’anno passato… boh! Il premio all’Europa ha fatto ridacchiare molti. Altri invece si sono accodati alla retorica. Tra questi ultimi Guido Rossi, avvocato, giurista e moltissime altre cose ancora, ma soprattutto sensale d’altissimo bordo, e per questo, forse, incline a sermoneggiare. Dal pulpito de Il Sole 24 Ore ha parlato come un papa: a settant’anni di distanza «all’epopea dei militari è subentrata quella, altrettanto pericolosa, dei mercati della speculazione finanziaria, la quale sembra oggi rinverdire la paura e disseppellire tragiche passioni della memoria in una crisi senza speranza, (…) val forse la pena di paragonare l’attuale Unione europea all’Olimpo degli dei greci. Cacciato Marte (Ares), il dio della guerra, l’Europa sembra invece oggi caduta nel dominio di Mercurio (Hermes), il dio del commercio, delle comunicazioni, “predone, ladro di buoi e ispiratore di sogni”, come lo descrive l’Inno Omerico a Hermes.» Bisogna capirlo: Guido ha fatto in tempo ad essere eletto nelle liste della “Sinistra indipendente” ai tempi del PCI, e con certe pompose sciocchezze ci va a nozze. Le quali, suggestioni mitologiche comprese, sembrano peraltro riecheggiare certe idee maneggiate con bel altre classe e serietà da Carl Schmitt, il grande pensatore reazionario, che infatti di mestiere faceva solo quello.
I ROLLING STONES 16/10/2012 I Beatles vissero per un decennio, sufficiente comunque per buttare giù una cinquantina di canzonette che girano a meraviglia ancor oggi. Come tutte le popstar furono anche un fenomeno di costume, spesso ridicolo, e tuttavia furono soprattutto un fenomeno musicale. Alla fine degli anni sessanta poterono permettersi di tirare le cuoia. I Rolling Stones invece sono sempre stati degli animali da palcoscenico, un fenomeno agonistico, il rock allo stato vitalistico, ossia quello più cretino e noioso, che molto piace ai duri d’orecchi. E’ per questo che non hanno mai potuto permettersi di morire. Ed è per questo che per festeggiare il cinquantennale del loro sodalizio hanno annunciato il loro ritorno sul palco. Quattro date tra Londra e New York (Newark) in cui li vedremo dimenarsi in carne ed ossa forse per l’ultima volta, prima di intraprendere l’unica strada che assicuri loro un futuro: quella di fantasmi del palcoscenico.
ANTONIO CASSANO 17/10/2012 Siamo tutti contenti che dopo il malanno al cuore Cassano sia ritornato quello di sempre, lo specialista delle cassanate. E’ vero anche che questa testa matta è maturata. Il ragazzo che aveva «avuto 600-700 donne», centinaio più, centinaio meno, ha lasciato il posto all’uomo che con le cassanate gigioneggia, si diverte e ci diverte. Ma ogni tanto ci ricasca. «Ho detto di no alla Juventus: mi hanno cercato tre volte, ma io non voglio andarci perché loro vogliono dei soldatini che vanno diritto, ed io invece voglio girare a destra o a sinistra, uscire dai binari se ne ho voglia.» Questo rivela oggi Antonio, apostolo della libertà e della poesia del calcio. Forse è su di giri per il fatto che sua moglie sta aspettando il secondo figlio. Sul quale ha idee chiarissime: «È una cosa meravigliosa. Speriamo sia ancora maschio per farlo giocare a pallone.» Sarà deciso in seguito in quale ruolo e con quale numero di maglia. E che non si permetta di uscire dai binari, il moccioso!
PAOLO FLORES D’ARCAIS 18/10/2012 Come dice il direttore di Micromega, l’Italia, come direbbe Giulio Cesare, «est omnis divisa in partes tres: il partito della legalità, il partito dell’impunità, il partito dei quaquaraquà». Questi ultimi, decisivi per le sorti della patria, si fanno belli col nome di moderati, passano per persone «ragionevoli», chiamano manicheismo l’amore intransigente per la legge, ma in realtà costituiscono la massa dei pavidi e degli opportunisti che tiene in vita il partito dell’impunità. Con l’inizio della rivoluzione e la liquidazione del partito dell’impunità io vi dico che l’Italia, come direbbe Paolo Flores D’Arcais, sarà divisa in due parti: il partito della legalità, detto ora rivoluzionario, e quello dei quaquaraquà, detto ora controrivoluzionario, costituito dalla massa dei pavidi e degli opportunisti, detti ora collaborazionisti e traditori. Il partito della legalità allora, per la salvezza della patria, per fare piazza pulita, per sradicare una volta per sempre la mala pianta della corruzione, non potrà che procedere con decisione contro il partito dei quaquaraquà. Sarà l’ora suprema e terribile della virtù repubblicana: perché, come diceva Robespierre, «il terrore non è altro che la giustizia severa e inflessibile. Essa è dunque un’emanazione della virtù». Ecco, a questo punto riconciliamoci tutti con l’umanità, con una bella scorreggia.
DANIELA SANTANCHE’ 19/10/2012 Nella sua intemerata contro i vertici del partito la pasionaria prima ha rispolverato la solita mania dell’azzeramento; poi la solita mania della richiesta di dimissioni; poi il solito ricorso alla Dc come emblema del marcio in politica; ed infine la necessità di una «discontinuità» con l’esperienza Monti. Come non di rado capita, i destrorsi bellicosi ed isterici cadono come polli nei luoghi comuni del sinistrismo o ne sposano involontariamente le posizioni politiche. Osvaldo Napoli, ometto garbato ma nient’affatto coglione, anzi, uno dei più svegli e in gamba del Pdl, è stato il primo a metterla in riga: «Connetta cervello e lingua prima di parlare», ha detto, con nettezza D’Alemiana. E’ stato come suonare la tromba dell’adunata: il partito si è ricompattato come non mai. Mai visti i vari Alfano, Cicchitto, Quagliarello, Gasparri, Frattini & C. così pimpanti e solidali, neanche stessero festeggiando un gol. Speriamo bene. Sempre che non si tratti di misoginia.
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