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Una settimana nel futuro del giornalismo: Apple news format, Blendle in Germania, Costolo lascia Twitter e molto altro

Creato il 12 giugno 2015 da Pedroelrey

La rubrica dove rac­co­gliamo i link per non per­dere le novità nel mondo dell’informazione.

Cosa ci fa Apple ai media. Due le novità dalla con­fe­renza degli svi­lup­pa­tori di Apple con il lan­cio del nuovo iOS 9. La prima è quella che, nel mondo dell’informazione hanno notato tutti, ovvero la dismis­sione dell’Edicola e il lan­cio di una nuova app, chia­mata sem­pli­ce­mente News, che si ispira a Fli­p­board. In news gli arti­colo potranno essere cari­cati in for­mato gene­rico oppure secondo nuovi stan­dard for­niti da Apple, gli Apple News For­mat al quale, secondo me, dovremmo impa­rare ad ade­guarci. La seconda, pas­sata meno osser­vata, riguarda la pros­sima ver­sione di Safari per mobile, che pre­vede la pos­si­bi­lità di bloc­care adv, ban­ner e coo­kies, con un’applicazione già pre­vi­sta nella ver­sione desk­top. Le con­se­guenze della Con­tent Bloc­king Safari Exten­sion, così si chiama il plu­gin, le subirà il mer­cato del mobile adver­ti­sing ma anche, ipo­tizza Joshua Ben­ton, i gior­nali che usano i pay­wall, soprat­tutto negli Stati Uniti, con la per­dita di reve­nue dai let­tori abbo­nati al digitale.

Lo spo­tify delle noti­zie arriva in Ger­ma­nia. Blendle, il ser­vi­zio di micro­pa­ga­mento per le news, nato in Olanda nel 2014, ha lan­ciato la sua ver­sione tede­sca. Con Blendle i let­tori pos­sono acqui­stare gli arti­coli da una piat­ta­forma, sce­gliendo da diversi gior­nali: agli edi­tori va il 30 per cento dei pro­fitti, con prezzi che oscil­lano tra i 20 e i 40 cen­te­simi per i maga­zine e tra i 10 e il 20 per i quo­ti­diani. Il pub­blico di Blendle è molto gio­vane e la sua espan­sione in Europa potrebbe cam­biare il mer­cato nelle noti­zie digitali.

Gli hash­tag di Aj Plus. “Ne usiamo pochi”, spiega  su Poyn­ter. E, comun­que, per quello defi­ni­tivo, che carat­te­rizza una noti­zia o una cam­pa­gna che la reda­zione vuole rac­con­tare, ci arri­vano dopo una discus­sione e vari espe­ri­menti. Di sicuro non più di due, e quando pos­si­bile ne scel­gono uno, stu­diando il trend di fre­quenza sui social, a cui asso­ciare la sto­ria. Una best prac­tice da stu­diare. E copiare.

Ceo che se vanno. Dick Costolo lascia come Ceo di Twit­ter, a par­tire dal 1 luglio: al suo posto il cofon­da­tore Jack Dor­sey, in attesa che il con­si­glio di ammi­ni­stra­tore nomini un nuovo ammi­ni­stra­dore dele­gato. Costolo rimane comun­que nel con­si­glio. Lascia un altro Ceo: pare toc­chi a Rupert Mur­doch, 84 anni, che si pre­para a lasciare il posto di ammi­ni­stra­tore della 21st Cen­tury Fox al figlio James. Non c’è un annun­cio uffi­ciale, ma lo indi­cano fonti della famiglia.

Nuove edi­zioni del Wall street jour­nal. Il WSJ rilan­cia a set­tem­bre le sue ver­sioni euro­pea e asia­tica con un nuovo design a colori, anche nella ver­sione per iPad e tablet Android. Il nuovo for­mato por­terà il 50 per cento di con­te­nuti in più in ter­mini di noti­zie, secondo il diret­tore Gerard Baker.

Come Buz­z­feed, il New York Times ha i trend. È in ver­sione beta, ma la pagina dei temi e gli arti­coli più letti del NYT si ispira a quella di BF e mostra gli arti­coli più clic­cati, più con­di­visi per ogni sin­golo social net­work, com­preso Red­dit, più clic­cati e la sezione “In Case You Mis­sed It”, con una rac­colta di link sele­zio­nati dalla reda­zione. La pagina è aggior­nata ogni minuto.

Bonus: le pra­ti­che di fact­chec­king di Upwor­thy. Come un sito di cura­tion dedica molto tempo alla veri­fica di dati e fatti prima di pub­bli­care con­te­nuti online.

Photo cre­dit: @Doug88888 / Foter / CC BY-NC-SA


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