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Una snowy dustball

Creato il 22 gennaio 2015 da Media Inaf
Collage di 4 immagini della cometa scattate dallo strumento NAVCAM a bordo di Rosetta il 6 gennaio 2015. Crediti: ESA/Rosetta/NAVCAM – CC BY-SA IGO 3.0

Collage di 4 immagini della cometa scattate dallo strumento NAVCAM a bordo di Rosetta il 6 gennaio 2015. Crediti: ESA/Rosetta/NAVCAM – CC BY-SA IGO 3.0

Più che una “dirty snowball” (“palla di neve sporca”), e cioè in cui predomina la componente volatile (il ghiaccio), si tratta di una “snowy dustball” (“palla di polvere innevata”). Un corpo quindi in cui predomina la componente solida.

E’ apparsa così la cometa 67/P Churyumov-Gerasimenko ai ricercatori dello strumento GIADA dedicato all’analisi della polvere cometaria. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Science di questa settimana nell’ambito dello speciale volume dedicato alla missione dell’ESA Rosetta.
«Questo risultato – spiega Alessandra Rotundi dell’INAF-IAPS e dell’Università Parthenope di Napoli, prima firmataria dell’articolo e responsabile (Principal Investigator – P.I.) dello strumento GIADA – suggerisce che la 67P/C-G sia una cometa molto “polverosa”, e chi lavora sugli strumenti dedicati alla polvere non può che esserne felice!».

Nell’ambito dello studio di comete è importante, infatti, avere informazioni che aiutino a comprendere come le comete si siano formate e come evolvano, quale sia la struttura del nucleo cometario e, più in particolare, definire l’abbondanza della componente non volatile (refrattaria) rispetto a quella volatile (ghiacci), definita in sintesi dal rapporto in massa tra polveri e ghiacci (“dust to gas ratio”) presente alla superficie del nucleo. Si studia ciò che il nucleo emette per poterne esplorare l’interno.

«Le informazioni ottenute dallo strumento GIADA – continua Alessandra Rotundi – insieme a quelle ottenute dalle immagini acquisite dalla camera OSIRIS sui grani di polvere che compongono la chioma cometaria della 67P/C-G, hanno permesso di risalire alla massa di polvere che la 67P/C-G emette. Questa quantità, combinata con le misure sulla chioma di gas fatte dagli strumenti MIRO e ROSINA (pubblicati sullo stesso volume di Science ndr), ci ha permesso di determinare il rapporto, dust to gas ratio che è risultato essere 4 ± 2».

«Questo numero – aggiunge la professoressa – si discosta abbastanza da quelli determinati in precedenza per altre comete (per esempio 2 per la cometa Halley). Il valore ottenuto per la cometa 67P/C-G suggerisce una percentuale della componente volatile minore delle altre comete. Ma si tratta di un risultato relativo al primo periodo di attività cometaria, e potrà cambiare all’avvicinarsi della cometa al Sole. Per il prossimo passaggio al perielio (il punto di minima distanza tra la cometa e il Sole) ad agosto 2015 ci si aspetta un valore di dust to gas ratio pari a 3».

Nell’articolo su Science si riporta poi un altro importante risultato riguardante i grani orbitanti. Si tratta di una famiglia di grani che si distingue dai grani emessi dal nucleo perché accoppiati con il gas prodotto dalla sublimazione dei ghiacci. I grani orbitanti sono caratterizzati da grandi dimensioni (dal centimetro fino a un paio di metri) che sono emessi dalla sublimazione dei ghiacci solo in periodi di attività cometaria molto intensa, cioè al perielio. Sono stati quindi emessi durante il precedente passaggio della cometa al perielio e, al diminuire dell’intensità cometaria, sono stati “trattenuti” in orbita dal nucleo cometario.
«Il nascere e l’evolvere della chioma della 67P/C-G – conclude la P.I. di GIADA – è una storia di cui si è scoperto solo l’inizio, ed è già emozionante. Ci aspetta ancora un anno, e forse più, di misure per conoscerla davvero tutta. Certamente è un inizio promettente oltre che affascinante!».

Fonte: Media INAF | Scritto da Francesco Rea


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