La testa della statua stele ritrovata in provincia di Massa
A Massa Carrara un contadino che stava arando il suo campo si è imbattuto in una particolare pietra, un frammento di stele di quasi tremila anni fa. La pietra raffigura una tesa con accenno di occhi, naso e bocca tirata appena in un sorriso. Per gli archeologi la pietra è una preziosa testimonianza dei culti diffusi tra i popoli che abitavano questa zona dell'appennino.La testa era ad una profondità di almeno mezzo metro e potrebbe indicare l'esistenza di un importante giacimento archeologico, pari a quello che, a Groppoli, sempre in provincia di Massa Carrara, fu scoperto tra il 2000 e il 2005. A Groppoli furono dissepolte otto stele, di cui quattro integre, tre senza testa ed un frammento di testa.
La testa fortunosamente rinvenuta dal contadino sembra avere caratteri femminili. Le due coppelle laterali potrebbero alludere ad orecchini. A questa stele, come alle altre rinvenute nelle località limitrofe, è stato assegnato il nome di Venelia, in omaggio all'antica pieve di Santa Maria di Venelia, posta ai piedi del castello di Monti.
La sagoma lunata richiama il pomo del pugnale dell'Età del Rame, pugnale che appare, in orizzontale, in tutte le stele maschili della Lunigiana. In base alle modalità di creazione, gli studiosi hanno per ora datato la stele Venelia IV agli anni compresi tra il 2900/2800 e il 2400 a.C.. La testa andrà a raggiungere le sue "sorelle" nel Museo del Castello del Piagnaro.