Riportiamo con piacere una lettera, per accendere i riflettori (e questa volta la metafora non è casuale) sul desolante caso di “Agrodolce”, una fiction che doveva portare lavoro ed energie vitali a Termini Imerese. Sarebbe dovuta nascere una nuova Cinecittà: 230 puntate, al 100mila euro ciascuna. Ora ci sono 134 persone in cassintegrazione e l’invito a diffondere questa storia… amara.
“Gentile Redazione de L’isola dei cassintegrati, sono una sarta che lavora da tempo nel cinema e per la tv. Un lavoro quasi da bottega che amo molto e mi gratifica ancora nonostante gli anni passino. Nel 2007 sono stata chiamata a partecipare alla realizzazione di Agrodolce, fiction andata in onda su Raitre e sospesa nel marzo 2011 per delle storie tra la Rai e la società di produzione.
Il clima chiaramente tra noi lavoratori è iniziato a farsi teso da quando la produzione è stata sospesa e tutti noi siamo rimasti “a spasso”. Abbiamo anche manifestato nelle piazze ma senza che nessuno ci ascoltasse. Giornali e tv hanno dato poca visibilità alla vicenda, ma proprio in questi giorni qualcuno si è deciso a pubblicare un’inchiesta con tutta la storia e i suoi protagonisti. Il Fatto Quotidiano ha infatti realizzato degli articoli e video in cui si chiarisce in parte la vicenda:
- Sicilia Agrodolce: “Se lavori quidevi sottostare a certe regole”
- Il disastro della soap siciliana Agrodolce
- Attori e maestranze: disoccupati e non pagati
Vi scrivo per invitarvi a ri-pubblicare la notizia e i video in modo che se ne dia il più possibile diffusione. Se non altro per tutti quei lavoratori che come me sono rimasti a casa.
Grazie mille.
Un’umile sarta”
di Marco Nurra
(16 dicembre 2011)
#TamTamTrapani la storia degli operai del CNT all’arrembaggio della petroliera Marettimo Mednav