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Una storia cotoniera infinita

Creato il 30 giugno 2012 da Iniziativa21058
Una storia cotoniera infinita
RACCONTI D’IMPRESA
Una lacrima di blu
Colori, tessuti, imprese: la memoria del lavoro nelle parole di ieri
di Luigi Giavini

Le mutate condizioni economiche del mondo globale sono un fattore non trascurabile del rinnovato interesse per la nostra storia tessile. La riscoperta e lo studio di bellissime stampe su tessuto e di ricette di tintoria, tornate in auge sull’onda delle richieste di tinture con coloranti vegetali, hanno riportato nella giusta luce il fascino di un settore manifatturiero antico quanto l’umanità. Luigi Giavini, con le sue poetiche e ironiche pagine, ci riporta indietro negli anni e ripete l’incantesimo del suo grande Raso da 8. Una storia cotoniera infinita. Come allora, la sua magica “macchina del tempo” ci riporta ad anni in cui la quotidianità dei bustocchi era imperniata su quella sequenza di fasi di produzione del tessile che oggi chiamiamo “filiera”: filatura, tessitura, tintura, stamperia, confezione e spedizione si svolgevano tutte nella nostra terra, compreso l’allevamento casalingo dei bachi da seta. Giavini ci parla delle attività domestiche di un tempo – umili e modeste, ma svolte sempre con grande dignità – in cui gli uomini e le donne alternavano al lavoro nei campi il lavoro al telaio; descrive le “magie” dei tintori che con la natura, prima, e con la chimica, poi, trasformavano i tessuti più vari in un arcobaleno di colori; ricorda grandi realtà industriali che hanno dato fama e ricchezza a Busto portando in tutto il mondo creazioni tessili di gran pregio. Ma soprattutto riscatta dall’oblio argute espressioni dialettali, che ripropone insieme a detti e proverbi nati dalle lavorazioni tessili di un tempo. In questo viaggio a ritroso ci si sorprende spesso a sorridere, rileggendo espressioni tipiche che pensavamo di aver dimenticato o che ricordavamo pur non conoscendone l’origine. Ma c’è un aspetto che più di altri va posto in evidenza. Riguarda la prospettiva peculiare di Giavini, differente da quella di quasi tutti gli scrittori del tessile che fu. È la speranza. Altri scrivono di com’era e di come non sarà più. Giavini scrive di com’era e di come potrà ancora essere. Oggi ci sono il rimpianto, la crisi, il disconoscimento delle capacità, le logiche di globalizzazione con regole difformi, le guerre di qualità e di prezzi. Ma leggendo queste pagine non può sfuggire un messaggio forte e chiaro di fiducia: un giorno cambierà. Nitida è la speranza nelle nuove generazioni, nelle capacità dei tecnici di domani più attrezzati e forse bravi più di quelli del passato. Non c’è mai rassegnazione: sempre c’è fiducia.
Luigi Giavini, di antica famiglia tessile, laureato in chimica industriale, è da sempre impegnato nello studio della storia tessile cotoniera. Raso da 8, Trama e ordito di una città, La Fiaba del cotone, Il colore dell’Aurora e appunto Una lacrima di blu..Inoltre vanno anno ricordate anche le numerose pubblicazioni inerenti tradizioni e dialetti, tra cui il Dizionario della Lingua bustocca in tre volumi e L’origine di Busto Arsizio dai Liguri ai Longobardi.http://www.informazioneonline.it/LAY009/L00913.aspx?arg=1048&id=6689

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