Ultimo Collegio Docenti dell'anno scolastico 2009-2010. Ore 9.00. La fila dove sono seduto è vuota. La Dirigente Scolastica non è ancora arrivata. Davanti a me e alle mie spalle chiaccherio generale di una folta schiera soprattutto di colleghe. Apro la cartella. Tiro fuori Giulio Mozzi, Sono l'ultimo a scendere. E altre storie credibili, Mondadori, Milano 2009. Appoggio il libro sul piccolo bracciolo-scrittoio. Sono arrivato a pagina 191, al racconto Dramma datato 27 aprile 2005. Leggo che Giulio si trova sull'Eurostar da Torino a Milano, «carrozza dodici, posto quarantasei». Io sono seduto sulla sesta fila, la quinta sedia a partire da sinistra. Leggo che Giulio sta leggendo Fenomenologia della percezione di Merleau-Ponty, Bompiani, esattamente a pagina 270 di 586. Arriva la Dirigente. Tutti, meglio: tutte cominciano a sedersi. Sento bussare sulla spalla destra. Mi volto. È una collega che, con un generoso decolleté, mi domanda:
«Me lo fai vedere?»
«Che cosa?»
«Stupido, il libro».
Incasso lo “stupido” e porgo, con un mezzo sorriso, il volume. La Dirigente prova il microfono, si dovrebbe cominciare.
«Bello? Ti piace?» mi chiede la collega restituendomi il libro.
«Sì, molto. È un libro divertente, di piacevole lettura. C'è solo una cosa che lo rende poco “credibile”: il protagonista, cioè Giulio, vince quasi sempre.
«Allora è un libro d'avventure?»
«Più o meno. Avventure del quotidiano».
D'improvviso un fischio dovuto alla prova microfono ferisce l'udito di tutti i presenti.
«Me lo passi dopo che l'avrai letto?»
«Se ti scopassi dopo andrei a letto?».
«Stupido, ma che cazzo dici! Cosa hai capito?»
«Ma... forse... il fischio... ma tu cosa hai detto?»
«Ti ho chiesto se dopo me lo passi».
«Il libro?»
«Si».
«Sì, a settembre, quando ci rivedremo».
La Dirigente comincia a parlare. Io rimetto a posto il libro in cartella. Prendo l'agenda, vado al primo settembre e scrivo. Ore 8,30: 1° Collegio Docenti a.s. 2010-2011. Portare libro a X.