Magazine Calcio
Spagna 1982
Sono nato da appena una manciata di mesi e piango continuamente. Questa notte magica no. Meno male, anche perché se lo faccio probabilmente mio padre mi scaraventa giù dal balcone e quindi poi un giorno non sarò su un blog a scriverne grazie a quella cosa pazzesca che sarà Internet e che oggi non posso nemmeno immaginare, visto che nemmeno la Delorean è ancora stata inventata. No, niente pianti stasera, sento che è un momento troppo felice per rovinare tutto con le solite lagne da poppante rompicoglioni. Rossi, Tardelli e Altobelli e vadaviailcù crucchi. Ci rivediamo nel futuro e vi faremo di nuovo il cù.
Messico 1986Nessuna memoria personale, di quest’edizione. Nessuna memoria personale. L’Italia campione del mondo rimedia la sua figura barbina e se ne torna a casa (andrà così anche quest’anno?). Diego Armando Maradona invece si spara qualche pista di coca, segna con la mano de dios, si dribbla il mondo e manda a casa l'Inghilterra. In finale, l'Argentina si laurea campione del mondo, contro la Germania (Ovest).
Italia 1990Notti maggiche, inseguendo un gol. Ho otto anni e in me si risvegliano i primissimi ricordi calcistici, mentre impazza la mania per Totò Schillaci, poi ribattezzato El gran visir de tùch i terun. Semifinale tra Italia e Argentina: si va ai rigori. Il mio quasi omonimo Goycochea (io di cognome faccio Goi) ipnotizza i nostri giocatori. Al termine della lotteria dei rigori mio papà per la rabbia rischia di distruggere la seconda televisione che avevamo comprato in modo che si potesse vedere tutti i Mondiali in cucina in Santa Pace. Mia mamma riesce a fermarlo prima della tragedia. Io fondamentalmente ancora non capisco cos’è tutta ‘sta mania per il calcio e al San Paolo di Napoli vedo le lacrime dei tifosi azzurri e allo stesso tempo gli applausi per Diego Armando, che ringrazia sparandosi un'altra pista di coca. Nella rivincita della finale di quattro anni prima però la coca stavolta non basta e l’Argentina viene battuta dalla Germania (ancora Ovest, e basta! Ma il muro non è venuto giù?).
USA 1994Ho 12 anni, l'età della ragione, calcisticamente parlando, e USA 94 è il primo Mondiale seguito veramente e anche quello vissuto più intensamente. Nonostante il fuso orario che mi impedisce di vedere le partite in notturna (allora noi ragazzini se non si era figli di Berlusconi mica si aveva il tv in camera) mi tengo aggiornato con sintesi e partite diurne. Seguo con ammirazione le imprese del mio Cristo: Hristo Stoichkov, un giocatore cattivo e antifighetto che in un'estate folle trascina uno stato finora assente dalla geografia calicistica (ma forse pure dalla geografia geografia). Con una sua punizione perfetta, la Bulgaria manda a casa i campioni del mondo crucchi e in quel momento mi sembra che da lì in poi tutto nella vita sarà possibile, finché Hristo è tra noi. Io, pieno di speranza, me ne vado in giro fiero indossando la maglietta di Stoichkov che mia sorella mi ha portato a casa dalla gita scolastica a Barcelona. Un giorno realizzerò che nella vita alcune cose sono possibili, qualche altra cosa è difficile e la maggior parte delle cose sono semplicemente impossibili. Ma questa è un'altra storia.L'Italia intanto dopo un girone opaco affronta i mostri nigeriani che ci massacrano fisicamente. Quando sembra tutto finito e noi tutti siamo già con la testa sull'aereo di ritorno a Fiumicino, ecco che Baggio si sveglia, tira la palla contro il palo e poi lentamente questa si infila in rete come una palla da biliardo. Nei supplementari il Divin Codino segna ancora, stavolta su rigore e ci spedisce inaspettatamente avanti.Con la Spagna Tassotti decide di uccidere con una gomitata il povero Luis Enrique. A parte questi dettagli di normale routine criminale, Signori serve un pallone d'oro al solito Baggio che dribbla Zubizarreta e ci manda in semifinale proprio contro la Bulgaria del mio Hristo. A questo punto sono combattuto, ma le cose vanno per il meglio: l'Italia vince e Stoichkov fa pure il suo golletto. Cosa chiedere di meglio?La finale con il Brasile è invece un inferno. Non succede molto, l'Italia cacandosi addosso manda a puttane i buoni propositi di bel calcio di Sacchi e non supera la metà campo. Pagliuca tanto per animare la situazione smorta si inventa da solo un palo, che poi va a limonare. Mio papà sul divano si addormenta e si sveglia giusto in tempo per i rigori. Era meglio se continuava a dormire, sognando un finale con noi che si alzava la coppa. Baresi invece decide proprio quella fresca sera italiana (negli USA era invece un pomeriggio afosissimo) dimostra che la fisica è un'opinione e che si può tirare in verticale. Il pallone colpisce un'astronave. Solo recentemente si è scoperto che Baresi ha in realtà sventato una nuova invasione dei Visitors, ma allora il suo tiro aveva ben poco di eroico. Roby Baggio decide di imitarlo e con quel pallone volano fuori dal Rose Bowl di Pasadena anche tutti i nostri American Dreams. Mondiale comunque memorabile, dopo per me il calcio non avrà mai più lo stesso valore.
(A domani per la seconda parte...)
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